Una serie tv che parla italiano e inglese. Amata per il suo ritmo frenetico e per una storia che riflette sulla nostra modernità, a oggi è lo show più venduto all’estero e apprezzato dalla critica di settore. Stiamo parlando di Diavoli. Ispirata all’omonimo libro di Guido Maria Brera, la serie torna con i nuovi episodi della seconda stagione – 8 in tutto – su Sky dal 22 aprile. Nel cast sono confermati Alessandro Borghi e Patrick Dempsey (l’ex dottor Stranamore di Grey’s Anatomy) nei ruoli di Massimo Ruggero e Dominic Morgan. Il mentore e il maestro sono, di nuovo, l’uno contro l’altro in una lotta impari in una Londra cosmopolita e sull’orlo del tracollo economico.
Il secondo capitolo di Diavoli arriva a quasi due anni di distanza dal precedente. È stata la prima serie che ha debuttato in tv durante le fasi più accese della pandemia, ed è stata la prima a inaugurare una serie di eventi televisivi e cinematografi dedicati solo al pubblico a casa. Rispetto al 2020 i tempi sono cambiati. La pandemia c’è ancora ma si cerca di vivere al meglio insieme a questo scomodo virus. In compenso, sullo sfondo si intravede un conflitto a fuoco che potrebbe spaccare in due l’Europa. E Diavoli, ancora una volta, si fa portavoce delle grandi rivoluzioni che abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni, facendo intravedere cosa potrebbe succedere nel mondo della finanza. Abbiamo visto i primi due episodi della seconda stagione e ora vi spieghiamo perché resta una serie tv di alto profilo ma che non riesce ancora a far breccia nel cuore dello spettatore medio.
Una storia di potere, soprusi e inganni, la trama di Diavoli
Scritto da Frank Spotnitz, già autore de I medici e produttore di X-Files, la nuova stagione si muove tra Roma e Londra, e scava profondo nel mondo oscuro della finanza, tra inganni, segreti e rovesci di fortuna. Il filo del discorso si riallaccia ben 4 anni dopo la fine della prima stagione. Ora Massimo (Alessandro Borghi) è al timone della NYL. Eppure, deve sempre difendersi dal board che non lo ritiene degno di sedere sulla sedia di CEO. Il giovane, infatti, vive all’ombra del suo mentore. E, nonostante la scoperta delle sue malefatte e dei loschi traffici, l’influenza di Dominic (Patrick Dempsey) è ancora molto forte.
Deciso a intraprendere nuovi acquisizioni, Massimo volge la sua attenzione al mercato cinese. Ma i nuovi alleati sono pronti a tradirlo a causa di una silente guerra tra Cina e America. Lo scontro con Dominic pare impossibile da schivare e si acuisce ancora di più nel momento in cui tutto il mondo finisce nella morsa del Covid-19. La battaglia si sposta quindi in rete, tra macchinazioni, attacchi hacker e vendite di bitcoin. Si delinea così un algido scontro finanziario per lo strapotere in un mondo economico sull’orlo del collasso.
Alessandro Borghi e Patrick Dempsey, i due volti sexy dell’alta finanza
Una storia complessa, difficile da seguire se non si mastica un po’ di economia. Eppure, una volta che si è entrato nell’ingranaggio è impossibile non restare affascinati da questo thriller teso e asfissiante che parla di finanza e di legami sentimentali. Una serie difficile, sì, questo è vero, ma che colpisce non solo per una vicenda così drammaticamente attuale, ma soprattutto per un cast degno di nota. Perla di diamante sono Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Il primo è un attore italiano che oramai è amatissimo all’estero. Ha mosso i suoi primi passi nel cinema d’autore, e lo ricordiamo in Non essere cattivo. Per diventare poi un boss in via di redenzione nella serie di Suburra (disponibile su Netflix).
In Diavoli, parla e recita con uno spiccato accento inglese, e interpreta un genio della finanza che si trova a dover controllare un impero sull’orlo di una crisi. Dall’altro lato c’è Dominic. Per Massimo è stato come un mentore ma, come tutti, anche lui nasconde molto bene il suo lato oscuro. L’attore torna da protagonista dopo la permanenza in Grey’s Anatomy, e si re-inventa in un ruolo da vero cattivo che regala momenti di alta tensione. Un personaggio subdolo ma che sa giocare bene le sue carte. Insieme sono due attori che portano in tv personaggi a prova di bomba.
Brexit, Bitcoin, 5G e pandemia: ecco il futuro prossimo di Diavoli
Come il libro a cui è ispirato, anche la serie tv di Sky affonda le mani nei nodi complessi della nostra modernità. La prima stagione raccontava i timori di una Brexit e gli effetti che poteva avere sul mercato globale, la seconda invece amplia il suo spettro di indagine. Racconta i problemi legati all’economia di Londra verso i mercati europei, come apre una parentesi sulle opportunità del 5G e i traffici pochi chiari (e illeciti) che si sono aperti con l’arrivo del bitcon. Inoltre, affronta di petto le problematiche legate al diffondersi del Covid-19. Non tanto sui contagi e le restrizioni, ma in merito alla bolla che si è creata attorno ai mercati. Una bolla che è implosa miseramente, portando con sé una crisi sociale di proporzioni mai vista prima dai tempi del secondo dopoguerra.
"L’unica serie tv che parla di finanza"
“Lo scontro globale intorno ai Big Data, il braccio di ferro tra Occidente e Oriente, la pandemia, e ovviamente, ancora, l’alta finanza e i giochi di potere della geopolitica. La seconda stagione torna ricca di suspense e tensione”, così Sonia Rovai (director scripetd di Sky) descrive i nuovi episodi. “Alessandro Borghi e Patrick Dempsey sono una coppia di protagonisti tra le più carismatiche. Al loro fianco, vecchie conoscenze della prima stagione e nuovi personaggi introdotti dal team di scrittura tra cui spiccano quattro donne dalla forte personalità – aggiunge -. Di cosa mi sorprendo? Che Diavoli sia ancora l’unica serie a parlare di finanza. Perché capire la finanza oggi non è più solo capire come si fanno i soldi, ma è capire come funziona il mondo, sempre più complesso e dispersivo”.
Perché vedere Diavoli: l’audace thriller imperfetto
Di sicuro è una serie dalle grandi aspettative. E, come abbiamo puntualizzato, convince per una storia attuale e per un cast di alto profilo. Ma, è troppo macchinosa, troppo complessa per essere compresa da un pubblico generalista. Funziona a metà proprio per questo motivo: non rende appetibili a tutti i problemi che strozzano la nostra quotidianità. A causa di un linguaggio forbito, Diavoli riesce a bucare lo schermo ma non arriva oltre. Stupisce ma non colpisce fino in fondo.
Eppure, la serie tv è stata venduta con successo in 160 Paesi al mondo. La seconda stagione, però, almeno all’inizio, perde quell’alone intellettuale che avvolgeva il primo ciclo di episodi, a favore di una vicenda più fluida e rivolta a un intrattenimento per tutti i gusti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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