DITTATORE FOREVER Baglioni si è rifatto completamente il look: estetico ed etico. Il grande pubblico non immaginava che fosse una persona così spiritosa, ironica, serena, oltre a essere un grande interprete. Invece si è mostrato un istrione, un ottimo giocatore di squadra e pure un perfetto organizzatore. Già prenotato per il prossimo anno. Voto: 9.
SIGNORI IN PIEDI Si parla sempre pochissimo dell'Orchestra di Sanremo, ma è il solito vizio italiano di trascurare i meriti. Grandissimi professionisti (e la chitarra di Luca Colombo è super). Voto: 10.
MICHELLE LA RADIOSA Per la Hunziker lei i complimenti si sprecano. Bella, brava, buona, ottima padrona di casa, eccetera eccetera. Unici errori: non aver avuto il coraggio di rispondere alle domande su Antonio Ricci, il patron di Striscia, che ha attaccato duramente Baglioni e il flashmob sulle donne riuscito a metà. Voto: 8.
UN DUETTO SPIDER Amore bello di Baglioni con Nannini ha confermato che Baglioni è come la Democrazia Cristiana: nessuno diceva di votarla, ma poi prendeva il 30 per cento. Tutta Italia ha cantato (e Gianna si è pure commossa). Voto: 9.
FAVINO-BANDERAS È partito per la Riviera come il «Banderas italiano» e tornerà a Roma come il «Favino spagnolo». Lui si definisce un camionista, ma ormai è l'attore preferito delle milf nostrane. Già in Rai lo stanno corteggiando per coinvolgerlo in futuri show. Lui nicchia, però dice che non vede «discontinuità tra teatro, cinema e tv». Appunto. Voto: 9.
FUORI QUOTA Con Fire&Rain è andato via liscio. Ma con You've got a friend, James Taylor ha trovato la migliore interprete italiana: Giorgia. Boom. Emozione totale, profonda, non replicabile. Però quel berretto, caro James... Voto: 10.
VIRGINIA LA PESTE La più bella sorpresa del Festival. Tra lei e Baglioni c'è stata un'intesa quasi «da innamorati», affinità elettive che si sono trasformate in uno dei momenti più divertenti della kermesse. Baglioni che imita Virginia che imita Belén: da appendere in bacheca. Ormai Sanremo è imprescindibile dalla Raffaele. Voto: 10.
VORREI MA NON POSSO Piero Pelù ha un marchio di fabbrica che funziona soltanto quando è nel suo ruolo. Se duetta con Baglioni in un capolavoro di Battisti (Tempo di morire) diventa parodistico. Voto: 4.
FIORE DI BACH Intanto in Rai sono strafelici che Fiorello si sia deciso a tornare a Sanremo nella prima serata vincendo l'ansia cronica che lo blocca da sempre. E che abbia pure accettato di preparare un grande show in autunno sul primo canale. Il sogno? Baglioni direttore-dittatore e Fiorello presentatore incursore. Forse sarebbe un po' troppo per il piccolo palco dell'Ariston, ma verrebbe fuori un Sanremo esplosivo. Voto: 9.
PEPPE VESSICCHIO Ormai non è più soltanto un direttore d'orchestra, musicista, compositore, giudice, scrittore, coltivatore: ormai è un'icona che si fa pure spezzare la bacchetta da Baglioni senza perdere carisma. Voto: 8.
FRASSICA SUPER Pure i nerd con il naso sempre sull'iPhone si saranno ammazzati dalle risate mentre l'attore interrogava «l'imputato Baglioni», colpevole del «decesso» di Memo Remigi in platea. «Lei si chiama Baglioni Baglioni come i Duran Duran?». Dieci, venti, cento Don Matteo e il suo maresciallo Nino. Voto: 10.
RENZO RUBINO Il più candido. Questo pugliese di nome Oronzo è creatività pura e qui è stato sbatacchiato in ogni modo, suonando per ultimo o per primo, senza essere mai valorizzato (ma il brano ha dei limiti). Un peccato. Voto: 7/8.
SCENOGRAFIA «PETALOSA» S'era detto che il palco prominente disegnato da Emanuela Trixie Zitkowsky si sarebbe portato via 250 posti in platea. Alla fine se ne è portati via nove e non era poi così male. Stupende le scale che si aprono come i petali, un po' eccessivi gli abiti totalmente bianchi degli orchestrali. Voto: 7.
PAOLO ROSSI D'accordo che gli è consentito tutto, ma nel duetto con Lo Stato Sociale e il Piccolo Coro dell'Antoniano è stato la mina vagante che ha fatto esplodere la performance. Fare le macchiette talvolta è solo una macchia. Voto: 4.
GIURIE SBADATE Parliamo di noi stessi, i giurati della sala stampa. Pare una pantomima ogni anno, ma tra cronisti che si affannano a scrivere, vanno e vengono e nella confusione si dimenticano di votare, macchinette che non funzionano, annullamenti e ripetizioni, chissà se tutto è così rigoroso. E i nostri voti contano tanto per la classifica: il 30 per cento. Chiediamo venia. Voto: 6.
ELIO E LE STORIE TESE Ma come si fa a trasformare un brano volatile come Arrivedorci nel peggiore addio possibile per un gruppo inimitabile? Le prime sconsolanti reazioni al brano si sono confermate all'Ariston. Voto: 3.
ALICE CAIOLI Ha vinto il premio Sala Stampa Lucio Dalla, ma anche quello della provocazione, specialmente mostrandosi con un abito «vedo non vedo» che era tutto tranne che elegante.
Erotismo gratuito. Voto: 4.ULTIMO Questo ragazzo non si ferma al Festival. Bel brano, vittoria meritata tra i giovani e dedica misteriosa al fratello impegnato in una battaglia decisiva. Il potere alla parola. E l'umiltà giusta. Voto: 9.
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