Ornella Vanoni: "Canzonette? Se noi non suoniamo, i lavoratori non mangiano"

La cantante si è unita al coro di protesta di cantanti e musicisti che, con il blocco di eventi e concerti, non possono garantire lavoro alle maestranze che ruotano attorno al mondo dello spettacolo

Ornella Vanoni: "Canzonette? Se noi non suoniamo, i lavoratori non mangiano"

La voce di Ornella Vanoni si aggiunge al coro di protesta di artisti e cantanti italiani contro l’incertezza del Governo sul futuro di concerti e spettacoli. Dopo Tiziano Ferro e Laura Pausini anche la cantante, classe 1934, ha chiesto a gran voce una maggiore attenzione, da parte delle istituzioni, al mondo artistico, che rischia di sprofondare in una grave crisi a causa del blocco per il coronavirus.

Attraverso i suoi profili social, Ornella Vanoni ha lanciato un grido di allarme per la grave situazione in cui vertono non solo i cantanti e gli artisti, ma soprattutto i lavoratori del mondo della musica come fonici e tecnici che - senza eventi - non lavorano. Con un post social dai toni schietti e sinceri, la cantante 86enne ha lanciato un chiaro messaggio alle istituzioni: "In questo momento di grave crisi per tutti, noi cantanti cerchiamo di fare in modo che i lavoratori del mondo della musica, fonici, tecnici, etc, abbiano protezione economica e previdenziale, visto che non hanno la cassa integrazione. Se noi non lavoriamo, loro non mangiano".

Il movimento di protesta degli artisti italiani, primi tra tutti cantanti e musicisti, è nato con la richiesta di Tiziano Ferro di maggiore chiarezza da parte del Governo. La polemica innescata dal cantante in diretta da "Che tempo che fa" ha trovato l’appoggio di moltissimi altri artisti, che hanno lanciato il movimento "Seiconnoi?". Ornella Vanoni non ha ancora aderito alla campagna di sensibilizzazione ma la sua posizione è concorde con quella dei colleghi: "Chiediamo al governo di porre attenzione al problema. In questo periodo di pandemia, dai balconi, dalle finestre e dalle case è uscita Musica, per sostenere e rallegrare la gente. La musica è necessaria come l'aria. Anche gli uccellini cantano e fanno musica".

La Vanoni, nel chiudere il suo messaggio social, non si è risparmiata una nota polemica sullo scarso sostegno delle istituzioni alla musica in generale: "In Italia la musica se non è classica è chiamata leggera, o peggio, canzonette. Trovo questo termine sminuente.

Nel mondo la musica è ritenuta arte ed è sostenuta. In Italia un disco ha la stessa Iva di un profumo, mentre i libri no, sono ritenuti cultura. Se vado in libreria trovo tanta di quella "fuffa", e in mezzo magari un bel libro".

In Italia la musica se non è classica è chiamata leggera, o peggio, canzonette. Trovo questo termine sminuente. Faccio un esempio: in tutti i paesi del mondo la musica è ritenuta arte ed è sostenuta. In Italia un disco ha la stessa IVA di un profumo, mentre i libri no, sono ritenuti cultura. Se vado in libreria trovo tanta di quella "fuffa", e in mezzo magari un bel libro. In questo momento di grave crisi per tutti, noi cantanti cerchiamo di fare in modo che i lavoratori del mondo della musica, fonici, tecnici, etc, abbiano protezione economica e previdenziale, visto che non hanno la cassa integrazione. Se noi non lavoriamo, loro non mangiano. Ecco perché chiediamo al governo di porre attenzione al problema. In questo periodo di pandemia, dai balconi, dalle finestre e dalle case è uscita Musica, per sostenere e rallegrare la gente. La musica è necessaria come l'aria. Anche gli uccellini cantano e fanno musica. #ornellavanoni # musica #coronavirus @ornellavanoniofficialpage

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