"Pandora", un vaso pieno di misteri, feste, arte e Storia

"Ma quella femmina il grande coperchio del doglio dischiuse, con luttuoso cuore, fra gli uomini, e i mali vi sparse..."

"Pandora", un vaso pieno di misteri, feste, arte e Storia

«Ma quella femmina il grande coperchio del doglio dischiuse, con luttuoso cuore, fra gli uomini, e i mali vi sparse...». Chi sia «quella femmina», come la chiama Esiodo nel suo Le opere e i giorni, è presto detto: Pandora, l'Eva degli antichi greci, la donna bella, intelligente e virtuosa che, scoperchiando il celebre vaso, fa sì che la sofferenza invada il mondo intero. Gelosia degli dèi, punizione, colpa, passioni irrefrenabili, leggenda, storia: tutto si mescola in quel vaso e, per similitudine, sono molti gli ingredienti che Susan Stokes-Chapman, 37enne esordiente inglese, miscela nel suo Pandora (Neri Pozza, pagg. 364, euro 19; traduzione di Massimo Ortelio), romanzo ambientato nella Londra di Giorgio III di fine Settecento che, però, guarda soprattutto al passato classico, tenendo insieme i toni storici e quelli del mystery.

È la stessa autrice a spiegare, nella Nota finale, come la storia, quasi la cronaca locale, le abbia offerto l'aggancio che cercava, ovvero il naufragio alla fine del 1799 della HMS Colossus, nave da guerra che trasportava una parte della grandiosa collezione di reperti di Sir William Hamilton. La giovane protagonista, Pandora appunto, è la figlia dei Blake, archeologi di fama morti a causa di un crollo improvviso durante uno scavo in Grecia. Pandora si era salvata, però, poi, era finita sotto l'ala ben poco protettiva dello zio Hezekiah, avido e losco; negli anni, l'uomo aveva trasformato l'«Emporio di antichità esotiche» dei Blake da negozio prestigioso di Londra a rifugio di paccottiglie e falsi.

È in questo contesto che agisce Pandora: orfana, prigioniera dell'infido zio e dei suoi giri in odor di crimine, sogna di disegnare monili e prova a vendere le sue creazioni a un gioielliere di Londra, con l'aiuto della sua gazza Hermes, che per lei rubacchia pietruzze e oggettini qua e là. La calma piatta del destino malevolo è interrotta dall'arrivo di un carico inusuale, un grosso vaso che lo zio nasconde nello scantinato, e dalla comparsa di Edward, un giovane che sogna di entrare a far parte della Società degli Antiquari e, per ottenere l'ammissione, vuole indagare proprio su quel grosso vaso...

Susan Stokes-Chapman lascia al lettore il piacere di immergersi non solo nella Grecia classica e nei suoi miti ma, anche, nella Londra dell'epoca, fra strade puzzolenti e melmose e feste sontuose dall'alta società, come quella strepitosa che si tiene a casa di Lady Latimer, con tanto di aristocratici mascherati da leonesse e faraoni, maggiordomi ambigui, scenografie imponenti, pappagalli, scimmie...

È una Londra in cui i sensi si lasciano andare, e le passioni trovano sfogo, quella per l'arte come quella per il sesso, quella per i gioielli come quella per gli studi classici, e i soldi possono avere l'olezzo dell'aristocrazia, o dei traffici loschi. Perché in quel vaso, una volta scoperchiato, c'è davvero di tutto...

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