"Tutti devono essere in grado di essere quello che vogliono e rappresentarsi come credono". Ne è fortemente convinta Alba Parietti che, in una lettera su La Stampa, critica la scelta della giornalista sportiva Diletta Leotta di pagare delle donne per travestirsi da "lampadari".
"Io vivo nuda. Con la libertà di poter essere ciò che sento. Credo che ognuno nella vita sia più felice quanto più assomiglia alla propria idea di se stesso. Così ognuno può presentarsi come vuole, può essere Frida Khalo o Madonna, o come Jane Fonda che è stata Barbarella ma che, finita la storia con Ted Turner, è stata in grado fare il meglio da sola, combattendo battaglie importanti", scrive la showgirl piemontese che, all'inizio della sua missiva, ricorda il dramma che, in queste ore, stanno vivendo le donne afghane e quello di Saman " forse uccisa da tutta la famiglia perché rifiutava un matrimonio combinato".
La Parietti definisce Diletta Leotta "una bravissima professionista" e rivendica il suo diritto "di presentarsi come vuole, nuda o in guêpière: deve essere libera di non mettere un vestito alla sua serietà, ma deve essere lei a metterci la faccia, a prendersi la responsabilità della sua scelta". Insomma, "si vesta lei da candelabro" perché"non credo che a nessuna donna possa piacere o sembrare dignitoso – anche se pagata – partecipare a un festa vestita da soprammobile. A meno che sia una rappresentazione artistica. E questo non lo era". La Parietti ribadisce: "Sono contro il politically correct. Mi dà fastidio che non si possano usare delle parole". E aggiunge: "Non mi piace vedere donne che non sono difese, soprattutto dagli uomini; che non siano in grado di proteggere se stesse e la loro categoria, continuamente vessata, denigrata, torturata, crocefissa e devastata". Alla Leotta "bella, giovane e capace", la Parietti contesta anche il monologo fatto durante il Festival di Sanremo quando "aveva ricordato l’importanza di non trattare le donne come oggetti, ed è vero, solo che le cose bisogna capirle oltre che dirle".
La missiva si conclude con un invito dal tono molto polemico: "Apra qualche giornale ogni tanto, accenda la televisione e cerchi di capire come tutti gli altri, ora più che mai, ogni singolo individuo, come canta Fiorella Mannoia, «ha la sua parte in questa grande scena, ognuno ha i suoi diritti e ognuno ha la sua schiena, siamo il silenzio che resta dopo le parole, siamo la voce che può arrivare dove vuole, siamo il confine della nostra libertà, siamo noi
l’umanità, siamo il diritto di cambiare e di ricominciare»". In definitiva"un paralume in testa non è nulla di questo. Non fa neanche sorridere. È uno sfregio alle donne", chiosa la Parietti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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