Achille Lauro censurato? Questo è quello che afferma il cantante in post condiviso sui suoi profili social, mostrando l'immagine del manifesto che da oggi sarebbe dovuto essere affisso nella centralissima Corso Como e che, invece, non ha ottenuto i permessi necessari. L'artista è nel pieno del lancio del suo ultimo lavoro, l'album 1990, pubblico da domani, ma già da diverse settimane ha iniziato l'attività promozionale sui social, provocatoria e irriverente, della quale il cartellone milanese avrebbe dovuto rappresentare l'apice.
I motivi per i quali il manifesto è stato bloccato dalla "pesante mano della censura delle pubbliche affissioni", come l'ha definita lo stesso Achille Lauro nel suo post d'accusa, è semplice da capire. Il cantante, raffigurato come una bambola di plastica tatuatissima con mini shorts e stivali in latex, neri, lucidi e alti fin sopra il ginocchio, è issato su una croce di caramelle rosa. Un'immagine provocatoria che può andare bene sui social e non certo su una via centrale di Milano, almeno questo dev'essere ciò che ha pensato chi ha vietato al cantante di procedere con l'affissione. Al grido di "Me ne frego", Achille Lauro ha sventolato sui suoi social l'onta subita, ricevendo tantissimi messaggi di ammiratori, carichi di affetto e di pietas verso quella che considerano un'ingiustizia subita dal loro idolo. L'Italia non sarebbe pronta al genio visionario di Achille Lauro, o almeno questo è quello che si legge in molti dei commenti lasciati in segno di solidarietà per l'impresa non andata a buon fine.
Achille Lauro è provocatorio, certo, ma non certo innovativo o visionario, almeno non in questo caso. L'idea della crocifissione non è nuova e prima di lui era stata Madonna, già nel 2006, a issarsi su una croce con tanto di corona di spine. Tutto lo show della pop star mondiale era incentrato sui simboli religiosi e lo stesso nome, Confessions Tour, ne era la dimostrazione. Una tappa dello show fu anche a Roma, allo Stadio Olimpico. Fu inevitabile la levata di scudi da parte della Chiesa di Roma, secondo la quale "compiere un gesto simile nella culla del cristianesimo rasenta il blasfemo". Ma a scagliarsi contro Madonna furono anche la comunità ebraica e musulmana, per le quali la croce non rappresenta in simbolo religioso. Tuttavia riconobbero in questa il più alto simbolo della cristianità, da proteggere e difendere.
Probabilmente l'affissione del manifesto di Achille Lauro in Corso Como a Milano avrebbe creato polemiche e aumentato a dismisura la
pubblicità attorno al cantante, che avrebbe goduto di promozione attraverso le reazioni indignate degli esponenti religiosi. Si è dovuto accontentare dei social e del piccolo caso nato puntando il dito contro la censura.
Questa é l’immagine che avreste visto oggi nel maxi-cartellone di Corso Como a Milano ma la pesante mano della censura delle pubbliche affissioni lo ha impedito.
— achilleidol (@AchilleIDOL) July 22, 2020
Io invece la regalo a tutti voi e come sempre “Me ne frego” pic.twitter.com/Nu675HtJ5W
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