Primeteatro

La signora delle camelie tratta dal romanzo di Dumas figlio era chiamata così perché in società portava sempre un mazzo di camelie. «Ogni giorno le camelie dovevano essere bianche, ma una volta al mese diventavano rosse» diceva. Di lei si innamora Armando Duval (Ruben Rigillo), giovane squattrinato che la corteggia spudoratamente. Margherita si innamora del ragazzo al punto da abbandonare il conte che la mantiene, nonostante l'amica Prudenza (la brava Silvia Siravo) la inviti a lasciar perdere. In questo spettacolo la confidente-ruffiana assume una valenza espressionista. Suona la fisarmonica facendoci ascoltare, nei momenti culminanti, il valzer di Verdi. Infine c'è il padre di Armando (Carlo Greco) che ordina al figlio di lasciarla perché il nobilastro che dovrebbe sposare la sorella, conoscendo la situazione, ritira la proposta di matrimonio. Il regista Matteo Tarasco in questo spettacolo di stupefacente bellezza ci dà una lettura di incredibile modernità, dove il gesto vale più della parola proponendoci, a un certo punto, anche un vero déjeuner sur l'herbe e nel finale fa morire l'eroina seduta su un'altalena mentre cadono bianchi fiocchi di neve. Ottime le musiche, bellissimi i costumi, volutamente spoglia la scenografia che si avvale soltanto di un divano, un tavolinetto con alcuni bicchieri, due sedie e un candelabro, ma tanto basta a trasmetterci l'inconfondibile sapore parigino. Le luci soffuse danno la sensazione di stare in un acquario.

La meravigliosa Bargilli che all'inizio dello spettacolo esegue un fascinoso can can, è una Margherita di prorompente bellezza ed eleganza, tutta emozione e commozione. Una splendida prova. Vivo successo e applausi vibranti.

LA SIGNORA DELLE CAMELIE Roma Teatro Quirino.

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