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In questo "Mondocane" resiste l'amicizia

A Taranto, fra l'acciaieria e il quartiere dei ricchi, il profondo legame fra due ragazzi

In questo "Mondocane" resiste l'amicizia

Venezia. Ambientato in una Taranto distopica (ma non troppo) dei poveri cinta dal filo spinato, ai margini dell'acciaieria e della Taranto Nuova dei ricchi, Mondocane dell'esordiente Alessandro Celli mette in scena un'amicizia tra due orfani tredicenni che sono cresciuti insieme, Mondocane (Denis Protopapa) e Pisciasotto (Giuliano Soprano), e che sognano di entrare nella gang criminale delle Formiche, capeggiate dal carismatico Testacalda (Alessandro Borghi). Presentato in concorso nella Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela della Mostra di Venezia, Mondocane, prodotto da Matteo Rovere che continua fortunatamente a scommettere sul cinema di genere dal respiro internazionale, esce oggi nelle sale distribuito da 01.

«Questa storia - spiega Celli, regista di corti premiatissimi e di serie per ragazzi - può essere più cose. Una provocazione, un racconto esistenziale, un coming of age incentrato sulla ricerca di un'identità famigliare e individuale. Ma vuole soprattutto essere la storia di un'amicizia». Il mondo di questi ragazzini di strada che ricorda quello delle favelas brasiliane combattuto, come qui, dalla polizia speciale, è ordinato e gestito da Testacalda a cui dà il volto ma, soprattutto, i capelli con taglio da mohicano e i baffi a manubrio Alessandro Borghi che racconta di essersi ispirato «un po' al Daniel Day-Lewis del Petroliere di Paul Thomas Anderson e un po' al Tom Hardy di Bronson di Nicolas Winding Refn» per quello che definisce «il film più popolare che ho fatto, nel senso che è il pubblico a decidere cosa seguire, se una storia di amicizia, se il contesto problematico dell'acciaieria oppure godersi solo lo spettacolo». Intanto il periodo di lockdown gli ha fatto capire che da grande vuole fare il produttore anche per realizzare, dice, lavori diversi da quelli omologati: «Netflix, ad esempio, mi ha dato da mangiare, per carità, ma ora fa le serie tutte uguali, con lo stampino».

Pandemia o no, Borghi è in pieno fermento artistico, lo vedremo infatti nella seconda stagione della serie Diavoli, nel film Delta di Michele Vannucci, a dicembre in Supereroi di Paolo Genovese e tra pochi giorni sarà in Norvegia sul set del progetto internazionale The Hanging Sun di Francesco Carrozzini.

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