Raoul Bova raccoglie l'affetto del pubblico

Con questo lavoro Raoul Bova torna finalmente al teatro dopo la lontana esperienza (1998) del Macbeth Clan di Angelo Longoni al Piccolo Teatro Studio. In questa commedia sentimentale intitolata Due sono per l'appunto solo due i personaggi. Lui è il pervicace Marco, lei (Chiara Francini) è l'isterica Paola. Sono una coppia che vive in una città di provincia, alle prese con i problemi quotidiani. Ma durante il banale montaggio del loro letto matrimoniale l'equilibrio si spezza sotto la spinta di ansie e frustrazioni raccontate con sottile humor dai due interpreti. Questa pièce segna il debutto drammaturgico di Astutillo Smeriglia, nonché del regista cinematografico Luca Miniero. Decidere di sposarsi fa scattare paure e speranze che ci permettono di riflettere sul perché si debba continuare a ridere, dato che Miniero ha saputo ricreare un microcosmo in cui non si parla soltanto del tempo che verrà. Coadiuvato dalle scene di Roberto Crea popolate dalle sagome dei problemi che verranno, il regista si domanda come saremo tra dieci anni, se ci ameremo ancora. E come saranno i nostri figli, se mai ne avremo qualcuno. Gli interpreti, nel corso della pièce, tendono a riversarsi addosso tutte queste ansie e preoccupazioni.

Aspettando una risposta, praticamente impossibile, a questi assilli quotidiani segnati dall'incomunicabilità. Perché non sapremo mai accettare la singolarità di chi ci ama. Bravissimo Raoul Bova, accolto con immutato affetto dal suo pubblico.

DUE - Milano, Teatro Manzoni. Fino al 25 febbraio.

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