Richard Gere a pranzo con i poveri di Sant'Egidio

L'attore a Roma presenta il film sugli homeless di cui è produttore

Cinzia Romani

Mentre gli italiani s'impoveriscono, da Hollywood arriva Richard Gere, star planetaria a forte vocazione filantropica. E va a mensa dai poveri di Sant'Egidio, la comunità che quotidianamente sfama italiani ed extracomunitari privi di mezzi: c'è da lanciare il drammatico film Gli invisibili (dal 15 in sala), dove Richard incarna un senzatetto di New York, e l'occasione è ottima per rilanciare il tema attuale degli ultimi. Prima del bagno di folla tra i senzatetto di Roma 7.000 gli homeless della capitale, 50.000 in Italia -, Gere aveva brindato a un ricevimento ai Parioli con i Vip di Villa Taverna, mano nella mano con la nuova fidanzata Alejandra Silva, sorridendo tra l'ambasciatore Usa John R.Phillips e il tandem Raggi-Giachetti, più paparazzati di lui.

«Buongiorno!», esordisce l'attore, ispirandosi a papa Francesco nel modo di affrontare la folla, tra homeless piazzati a favore di telecamera e addetti ai lavori stipati nella mensa trasteverina.«Dobbiamo ridefinire il concetto di profitto, che va misurato nella quantità di bene che possiamo fare al mondo», dice complimentandosi con il distributore di Lucky Red, Andrea Occhipinti. Il quale incasserà, sì, qualche provento da Gli invisibili, ma sempre a fin di bene. Come ha cominciato Gere a occuparsi degli homeless? «Ho letto il libro In the Land of the Lost Souls, toccante testimonianza di un senzatetto, che si firma Cadillac Man. Tale resoconto mi ha fatto capire il modo in cui avrei dovuto lavorare al film: non volevamo commuovere, ma raccontare la vita di queste persone, ogni giorno».

E se nella Grande Mela circolano 60.000 senzatetto - negli Usa sono complessivamente 600mila -, urge una riflessione. «È molto facile, oggi, diventare invisibili. L'essere umano è qualcosa di molto fragile e tutti noi possiamo rapidamente passare da una condizione all'altra, ritrovandoci, all'improvviso, senza amici, senza casa, senza lavoro», afferma la star, da sempre vicina ai più deboli». Gli invisibili di Oren Moverman, che ha per protagonista il senzatetto George, alias Gere vagabondo per le strade di New York, era già passato al festival di Roma due anni fa e, al momento, fa da richiamo al festival di Taormina (da domani al 18 giugno), del quale Gere è presidente onorario: domani, oltre 300 senzatetto provenienti da tutta la Sicilia assisteranno alla proiezione del film. «È il lavoro di cui vado più fiero: budget ridottissimo, ventuno giorni di riprese.

Ma ne è venuto fuori un prodotto quasi sperimentale, con molte immagini riflesse nelle vetrine e il suono in presa diretta. Nessuno mi ha riconosciuto. Nessuno ha osato avvicinarmi», racconta Richard, anche produttore del film.

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