Ritorna Stromae. "Avevo bisogno di una vita da marito e papà"

Ce ne fossero, di Stromae. Pubblica adesso un disco dopo quasi nove anni da quello precedente, si ritrova ancora tanto pubblico ad attenderlo e conferma chenon bisogna per forza intasare social e playlist a tutte le ore per rimanere nella memoria

Ritorna Stromae. "Avevo bisogno di una vita da marito e papà"

Ce ne fossero, di Stromae. Pubblica adesso un disco dopo quasi nove anni da quello precedente (Racine carrée del 2013), si ritrova ancora tanto pubblico ad attenderlo e conferma che, evviva!, non bisogna per forza intasare social e playlist a tutte le ore per rimanere nella memoria del pubblico. «Avevo bisogno di sposarmi, di avere un figlio e di poter raccontare questa parte della vita», ha spiegato ieri poco prima di prepararsi per Che tempo che fa di Fazio. Per capirci, se sei artista puoi stare zitto per un po', fare altro, addirittura cadere vittima della depressione come lui, ma il pubblico non sparisce perché sa riconoscere il talento, dove c'è: «Comunque vedo che le vendite dei miei biglietti vanno bene», conferma questo spilungone gentilissimo (rarità) e spontaneo (super rarità) che si esibirà in Italia il 20 luglio al Milano Summer Festival e il 16 maggio del 2023 al Palazzo dello Sport di Roma. In poche parole, non è indispensabile vivere h24 sui social e raccontare all'universo mondo ogni istante della propria vita per rimanere nel cuore dei fan. Specialmente se, quando si torna, si hanno cose da dire.

E lui, che in realtà si chiama Paul Van Haver, nato vicino a Bruxelles nel 1985 da madre belga e da padre tutsi poi ucciso in Ruanda nel 1994, ha messo tutte le cose che ha da dire nel nuovo disco Multitude. Una fuga dal pop attraverso quella che una volta era chiamata world music. Come conferma lui mostrando la sua playlist, nel disco ci sono tracce di tutto ciò che ascolta e che ha imparato ad amare grazie ai viaggi che la mamma gli ha fatto fare, specialmente in Sudamerica. Artisti boliviani, cubani, brasiliani, rapper francesi, persino la tarantella.

«La world music è il nuovo pop per me», dice lui, che è esploso in Italia (Racine carrée è il primo e unico disco in francese che sia mai arrivato al numero uno della classifica) grazie a brani obiettivamente irresistibili come Tous les mêmes. «Sono arrivato anche al Festival di Sanremo, ricordo una platea sterminata di giornalisti», ricorda sorridendo.

Andrebbe all'Eurovision a rappresentare il suo Belgio? «Perché no?» dice senza problemi come dovrebbe fare un artista libero che ha un solo confine, ossia la propria vita privata. Tutto il resto è una possibilità (anche un duetto con Adele, come ha detto di sognare).

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