«Romeo e Giulietta» L'amore violento che esalta i giovani

«Romeo e Giulietta» L'amore violento che esalta i giovani

Non sarà Verona, non sarà il Rinascimento. Ma di quella storia d'amore eterna nulla cambierà. Nell'ultima versione immaginata da Mediaset in co-produzione con Lux Vide, Rti, Telecinco Cinema e Betafilm Romeo e Giulietta abbandonerà le strade della città scaligera per arroccarsi tra le cime del Trentino, in un'epoca più dura e cupa come l'Alto Medioevo. E per di più in una stagione rigida come quella invernale, dove il freddo e la neve sembrano delimitare spietatamente i sogni di felicità dei due giovani amanti più celebri della storia. Miniserie in due puntate in arrivo a fine 2013 su Canale 5, in queste settimane girata a Trento e dintorni (primo ciak a fine gennaio scorso, ultimo ciak in agenda il 17 marzo), Romeo e Giulietta è diretto da Riccardo Donna, ha come protagonisti Alessandra Mastronardi e Martiño Rivas e vede nel cast Elena Sofia Ricci (nel ruolo della Balia di Giulietta). Cast internazionale, recitazione in lingua inglese, costumi di Alessandro Lai, scenografie di Marta Maffucci e insomma una produzione d'alta qualità che, nelle parole del produttore Luca Bernabei «vuole fare divulgazione di un classico, rivolgersi a tutta la famiglia ma soprattutto richiamare il pubblico giovane».
Possibile che i giovani possano essere attirati da una fiction di questo tipo? I realizzatori ne sono certi, e non solo perché Giulietta ha il volto della bella Eva della serie tv I Cesaroni, Romeo quello di Rivas - belloccio spagnolo tra i volti di El Internado, serie «collegiale» programmata a suo tempo da La5 - e l'amico di lui Mercuzio è l'altrettanto avvenente attore tedesco Ken Duken (apparso in Bastardi Senza Gloria di Quentin Tarantino, ndr). «La storia di questa miniserie - spiega sempre Bernabei - parla direttamente ai giovani, usa un linguaggio in prosa, pur mantenendo alcuni passaggi celebri della tragedia di Shakespeare. E soprattutto sa raccontare la forza della passione di questi due giovani, con una morale di fondo: che il mondo adulto, accecato dalla sete di potere e dall'odio, non riesce ad ascoltarli. C'è dunque uno scontro generazionale molto moderno». L'adattamento da Shakespeare è poi libero nel profilo di molti personaggi di contorno: «Le due ore teatrali di Shakespeare - spiega Bernabei - si dilatano a due puntate tv, quindi qualche libertà ce la siamo presa».
Dal girato che è stato mostrato in anteprima alla stampa, è facile comprendere come la scelta di portare la storia in un altro luogo e tempo rispetto all'originale sia stata azzeccata: l'atmosfera che incombe sui fatti narrati è quella di una natura dura e fredda, qualcosa di simile alle fiabe dei Grimm come Biancaneve: «Spostando l'azione dal Rinascimento cittadino all'Italia dei Comuni ho pensato a quale potesse essere un'area ricca di borghi medioevali. A quel punto si è fatta avanti la Trentino Film Commission, dimostrandoci come quella regione sia la più ricca di castelli e borghi antichi d'Europa, più ancora della Loira francese. Cosa che molti di noi non sapevano, a dimostrazione di come noi italiani spesso non sappiamo venderci». E a proposito di castelli, alcune delle scene più suggestive sono state girate al Castel Valer, proprietà privata dei Conti Spaur, un angolo che sembra rimasto immune dallo scorrere dei secoli. Al ritmo di 12 ore filate al giorno di riprese, la produzione mette a dura prova il cast: «Il freddo è allucinante», spiega tra il divertito e il sofferto Elena Sofia Ricci, che aggiunge: «La Balia originale era vecchia e volgare, io grazie al cielo sono diversa e ricorro all'arma dell'ironia». Sulla sua Giulietta, la Mastronardi ammette: «Temevo di rovinarla o invecchiarla. Per darle un volto moderno ho pensato a mia sorella minore Gabriella, più che a quella di Zeffirelli o di Baz Luhrmann».

«Romeo e Giulietta - conclude Antonino Antonucci, nuovo direttore della Fiction Mediaset - è un prodotto di alta qualità e che possiamo realizzare solo grazie a un ampio coinvolgimento produttivo.
La nostra linea sarà ancora quella che privilegia serie lunghe a basso costo. Ma non ci negheremo, in futuro, a eventi come questo».

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