Sanremo-Factor Lo strapotere dei talent show

Da 5 anni i campioni provengono (quasi) tutti dai vivai tv. Più meritocratici ma più "facili". L'era dei cantautori è finita?

Sanremo-Factor Lo strapotere dei talent show

Talent show - cantautori uno a zero. Anzi, due a zero. I vincitori di entrambi le categorie del Festival di Sanremo, Big e Giovani, provengono da X Factor (edizioni Rai). Tutti e due, per giunta, appartenevano a squadre capitanate da Morgan, il grande escluso dell'Ariston. L'ex Bluevertigo è qualcosa più che il vincitore morale del Festival. È il convitato di pietra. Il trionfatore assente, ma non occulto. È questo il vero verdetto del sessantatreesimo Sanremo.
Quest'anno la schiera dei nuovi cantautori, la generazione dei Silvestri e dei Cristicchi considerati gli eredi dei fondatori, era particolarmente agguerrita. Mai come stavolta la sfida con i ragazzi sfornati da X Factor e Amici appariva tanto esplicita. Una sorta di bipolarismo musicale che ha attraversato l'Ariston, rimbalzando sui social network e sui siti specializzati fin dal primo giorno. Ma che ha avuto l'apoteosi nella serata finale, con le testate a tifare per una parte o per l'altra durante le rispettive dirette su Twitter. Semplificando ma non troppo: i cantautori psico-socialmente impegnati sono (tendenzialmente) di sinistra; i talent, meritocratici e selettivi, (orientativamente) di destra. E dunque, a una settimana dal voto, si fa presto a tirare conseguenze e immaginare trasposizioni. Se vince Mengoni allora vuol dire che Berlusconi ce la fa anche stavolta, azzardava qualcuno. Se preferire Elio e le Storie tese significa essere radical chic, allora viva il radical chic, replicava qualcun altro. Semplificazioni, appunto. Cazzeggio. Nella classifica finale, il primo dei cantautori è Raphael Gualazzi al quinto posto, davanti a Silvestri e Max Gazzè che precede Chiara, la vincitrice dell'ultimo X Factor, penalizzata da una canzone modesta. In compenso, a vincere è stato Marco Mengoni, il campione dell'edizione numero tre, patrocinato da Morgan. Come lo erano, nel 2008, gli Aram Quartet dai quali proviene Antonio Maggio. Chissà se ora Marco Castoldi, nella sua personalissima guerra con Sanremo, scioglierà le riserve sulla partecipazione a XF7. Vedremo.

Quel che è certo è che lo strapotere dei talent show si stende sul Festival da cinque anni. In quattro dei quali hanno vinto concorrenti provenienti da lì: Marco Carta nel 2009, Valerio Scanu nel 2010, Emma Marrone l'anno scorso (tutti ex Amici) e Mengoni l'altro ieri. In mezzo c'è l'unica eccezione di Roberto Vecchioni, guarda caso un cantautore della prima generazione. Quella volta la sua Chiamami ancora amore riuscì a spuntarla su Emma Marrone che presentava con i Modà un brano dal profetico titolo Arriverà. L'anno dopo, infatti, sarebbe arrivato il suo successo.
Piaccia o no, dopo tanti flop, questi programmi hanno inventato un modo nuovo, popolare e meritocratico, di proporre la musica in televisione. È di sicuro una musica prevalentemente facile e commerciale (sebbene proprio Morgan la implementi di cultura). Ma intanto è una proposta. Così, oltre che una sfida dal retrogusto politico, la competizione tra talentosi e cantautori è pure una sfida generazionale. Un duello di età e modi di fruire la musica. Nel quale i primi sono avvantaggiati. Questione di target e di abitudini culturali. Il palco nazionalpopolare dell'Ariston non è proprio l'habitat naturale della canzone impegnata. I cantautori l'hanno sempre guardato con un certo snobismo. E quando l'hanno qualche volta frequentato si son sempre sentiti in trasferta. Con Fabio Fazio al timone, coadiuvato dalla Littizzetto, il gap sembrava colmato. Lo show inclinava a sinistra e al politicamente corretto. E non a caso quest'anno la nouvelle vague era presente in forze. Invece, alla fine, nell'urna del Festivalone ha pesato la cultura musicale dei più giovani, frequentatori di iTunes e di YouTube.

Sono loro i televotanti più accaniti, determinanti nel condizionare le classifiche finali. Anche così si spiega l'onda lunga dei talentosi su tanti Festival. Quel Vecchioni che per un anno aveva infranto lo strapotere dei format musicali sarà uno dei coach della nuova edizione di Amici di Maria De Filippi.

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