Saving Mr.Banks, la vera storia di Mary Poppins

Il 27 dicembre in prima serata su Rai Due verrà riproposto il film “Saving Mr. Banks”, la vera storia della “mamma letteraria” di Mary Poppins

Saving Mr.Banks, la vera storia di Mary Poppins

Quando pensiamo a Mary Poppins è impossibile non rivedere il viso dolce di Julie Andrews. Si tratta di uno di quei casi felici in cui l’attore e il personaggio si fondono totalmente senza che il secondo divori il primo, negandogli la possibilità di esprimersi in altri ruoli. Poche volte, però, ci siamo chiesti chi abbia dato vita a Mary Poppins. C’è anche chi pensa che la “mamma letteraria” della tata più magica del cinema fosse una donna molto simile alla sua creatura di carta e che quest’ultima, a sua volta, fosse uguale alla sua versione cinematografica.

Le cose non stanno proprio così. Il film “Saving Mr.Banks” (2013), in onda il 27 dicembre in prima serata su Rai Due, ce lo racconta molto bene. La pellicola narra la storia vera del modo in cui Walt Disney (interpretato da Tom Hanks) riuscì a convincere la scrittrice Pamela Lyndon Travers (1899-1996, interpretata da Emma Thompson) a realizzare un film tratto dalla sua saga di libri dedicati a Mary Poppins. Questo racconto è intervallato da flashback che rievocano l’infanzia complicata della Travers.

Quest’ultima era tutt’altro che una donna mite e “zuccherosa”. La sua inflessibilità, però, non era tanto un tratto caratteriale innato, quando la conseguenza di una vita che non le aveva fatto sconti. Il vero nome della scrittrice era Helen Lyndon Goff. Quando Helen decise di diventare un’autrice di romanzi, scelse come nome d’arte Pamela Lyndon Travers e non fu un caso. Cambiò il suo nome, lasciando il cognome originale e aggiungendo il nome di battesimo di suo padre, Travers Robert Goff appunto (ruolo ricoperto nel film “Saving Mr. Banks” da Colin Farrell).

La famiglia di Pamela/Helen aveva origini australiane. Quando Travers Robert Goff morì a causa di una grave dipendenza dall’alcol, la futura scrittrice e le sue sorelle si ritrovarono sole con una madre depressa. Fu proprio in quel frangente che nacque nella mente di Pamela Lyndon Travers la tata Mary Poppins. Un personaggio magico, fiabesco, capace di risolvere qualunque problema, per cui non esisteva la paura, l’incertezza, la solitudine. Mary Poppins era, citando il film Disney, “praticamente perfetta sotto ogni punto di vista”. Una figura solida, proprio quella che mancava a Pamela e alle sue sorelle, capace di aggiustare ogni cosa con uno schiocco di dita.

Nella genesi dei libri ha avuto un certo peso anche la figura della zia di Pamela, Helen Morehead, il cui ruolo nel film è piuttosto ridotto. Nella pellicola, però, viene messo in risalto il ruolo di Travers Robert Goff nella vita della giovane. Sarebbe stato proprio lui a far esplodere la fantasia originale e immensa di sua figlia. Travers Goff viene presentato come un uomo che sarebbe potuto diventare un buon padre, ma la cui parte positiva sarebbe stata fagocitata dal demone dell’alcol.

Era un impiegato di banca, proprio come il distratto e austero signor Banks il quale, però, alla fine del film Disney torna dalla sua famiglia e ne comprende il valore grazie a Mary Poppins. Pamela Lyndon Travers, invece, assistette impotente alla distruzione della sua famiglia. Non ebbe la possibilità di essere felice da bambina dunque pensò, forse, di “regalare” questa possibilità ai suoi personaggi attraverso l’incontro con Mary Poppins. Un modo per pareggiare i conti con la vita e salvare suo padre, almeno nella fantasia. Il rapporto tra lei e Walt Disney fu molto conflittuale. Pamela temeva che la versione cinematografica di Mary Poppins si distanziasse troppo dalle sue opere ed è vero, come viene mostrato nel film, che non gradiva la presenza di sequenze animate.

La Travers aveva un’idea molto dettagliata di come dovessero essere rappresentati i personaggi e, soprattutto, di chi dovesse interpretarli. Per esempio la scrittrice si oppose con fermezza alla possibilità che Dick Van Dyke fosse scelto per il ruolo dello spazzacamino Bert, ma non l’ebbe vinta. Alla fine del film “Saving Mr. Banks” possiamo anche sentire le registrazioni dei discorsi tra la Travers e gli sceneggiatori del film su Mary Poppins. In questi audio la voce dura della scrittrice riprende i suoi interlocutori con fierezza e decisione al fine di difendere l’idea originaria da cui è nata la saga. Lo staff Disney aveva in mente un’idea più “colorata” e patinata che alla Travers proprio non andava giù.

Pamela vide il film completo solo durante la serata della prima nel 1964. Un evento a cui riuscì a partecipare pur non essendo stata invitata. Caitlin Flanagan ha raccontato questo aneddoto in un articolo sul New Yorker, ripreso da Post.it, rivelando che la scrittrice “non aveva ricevuto un invito, ma aveva costretto in modo molto spudorato un dirigente Disney a portarla con sé. Come ha raccontato Richard Sherman, alla festa dopo la proiezione – che si svolse sotto un enorme tendone bianco nel parcheggio del Chinese Theatre – Travers andò da Disney e gli disse ad alta voce: ‘Bene, la prima cosa da tagliare è la sequenza animata’. Disney la guardò freddamente e le rispose: ‘Pamela, la barca è salpata’.

Poi passò oltre e si diresse verso una folla di sostenitori e la lasciò lì da sola, una donna anziana in abito satinato e guanti da sera, che aveva fatto oltre 8mila chilometri per partecipare a una festa a cui non era attesa”.

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