The Handmaid's Tale, quando le donne lottano per essere libere

Le ancelle di The Handmaid's Tale tornano in Italia con gli episodi della stagione 4. La serie è ancora oggi una delle produzioni più originali degli ultimi anni e vi spieghiamo il perché

The Handmaid's Tale, quando le donne lottano per essere libere

È una tra le serie tv di maggior successo degli ultimi 4 anni. Amata dal pubblico, dalla critica e vincitrice di ben 8 Emmy Award solo nel 2017, The Handmaid’s Tale – italianizzato con il titolo de I Racconti dell’ancella – resta il fiore all’occhiello della serialità americana in un tempo di reboot, sequel e newquel di scarso successo. Scommessa vincente del canale streaming di HULU (ancora non disponibile qui in Italia), il primo episodio è stato trasmesso negli States nell’aprile del 2017 per arrivare poi nel nostro Paese su Tim Vision nel settembre dello stesso anno. The Handmaid’s Tale torna con i primi tre episodi inediti della stagione 4 dal 28 aprile del 2021 in America e il giorno dopo, cioè il 29, sono disponibili anche per gli abbonati al colosso dello streaming della Tim, dove in catalogo sono presenti le tre annate precedenti.

Una serie di nicchia, questo è pur vero, dedicata ai palati fini e a chi cerca una storia complessa ma dalle grandi emozioni. The Handmaid’s Tale è questo e molto altro. Va ben oltre uno show di intrattenimento. È capace di raccontare un futuro distopico e dominato dal potere degli uomini, in cui le donne sono soggiogate dal "sesso forte". La fiamma della rivolta però serpeggia tra i sopravvissuti di una società alla sbando. Alla quarta stagione si aggiunge anche una quinta che entrerà a breve in fase di realizzazione, e all’orizzonte si intravede anche uno spin-off.

The Handmaid’s Tale, la serie tv ispirata al romanzo di Margaret Atwood

Al centro della vicenda c’è la storia di June, interpretata da Elisabeth Moss ed ex stella di Mad Men. Vive in una situazione di sottomissione nello stato immaginario di Gilead, in un regime nato dopo una guerra civile che ha infiammato tutto il territorio degli Stati Uniti. In un mondo in cui il tasso di fertilità è precipitato ai minimi storici a causa dell’inquinamento, la nuova società si organizzata per leader e classi sociali in cui le donne sono letteralmente soggiogate. Non possono leggere, non possono lavorare e non possono interessarsi alla politica. June è un’ancella, una delle donne fertili rimaste insieme a un gruppo di ragazze poco più giovani di lei.

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Come ancelle non possono avere rapporti con nessuno, solo con i loro padroni, e sono costrette a indossare una tunica rossa e un copricapo bianco. Assegnata alla famiglia Waterford, June viene ripetutamente violentata dal comandante, secondo una legge del regime, con lo scopo di mettere al mondo un figlio. In conflitto con Serena, la moglie del comandante (Ynonne Strahovski), June (ribattezzata Dfred perché di proprietà della casata dei Waterford) cerca in ogni modo di opporsi al regine di Gilead, di fuggire e di riabbracciare il marito e la figlia che ora vivono in Canada, terra libera e lontana dalle dalla scure del regime. Episodio dopo episodio, June comincia a scoprire i punti deboli dei suoi aguzzini e, nello stesso tempo, la narrazione si arricchisce di diversi flashback che ricostruiscono il passato dei protagonisti e il mondo prima dello scoppio della guerra civile.

L’autrice ha scritto il primo capitolo durante un soggiorno a Berlino Ovest

Una storia intensa, forte e vibrante come un pugno nello stomaco, che mette in scena un racconto di rara crudeltà. Seppur di fantasia, affonda le mani nella realtà di oggi, in una società ancora fortemente maschilista in cui la donna deve combattere con le unghie e con i denti pur di restare a galla. The Handmaid’s Tale è un canto di libertà, un'ode ai pari diritti per tutti, una storia truce che regala un faro di speranza a chi si sente oppresso e a chi non riesce a trovare il proprio posto nel mondo. È liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Margaret Atwood.

L’autrice canadese ha cominciato a scrivere il testo nel 1984 durante un viaggio a Berlino Ovest, perché colpita dalla situazione che all’epoca stava vivendo la Germania. Un libro evocativo, proprio come la serie tv, pieno di spunti di riflessioni, a metà tra un racconto fantasy e saga dispotica. Il titolo dell’opera, che originariamente doveva essere Offred, è stato cambiato successivamente ne I racconti dell’Ancella creando un gioco di similitudini con I racconti di Canterbury di Geoffrey Chauser. Pubblicato nel 1985, è stato un caso editoriale senza precedenti. Per i temi trattati è stato messo al bando da alcune scuole del nord America, anche se con il tempo è diventato una "bibbia" per tutte quelle donne che lottano per l’emancipazione femminile.

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Cos’è una teocrazia totalitaria

La serie tv brilla per originalità e schiettezza, dato che è riuscita a miscelare tanti generi senza perdere la sua identità. The Handmaid’s Tale è un racconto distopico puro, ma la caratteristica più particolare è il fatto di mettere in scena una storia ambientata in un futuro (a noi vicino) in cui fanno da padrone il misticismo politico e l’estremismo religioso. Infatti, la stampa americana di settore ha definito la serie tv come "un romanzo che illustra un terribile regine teocratico e totalitario". In letteratura, la teocrazia è una forma di governo secondo cui la gestione delle attività politiche coincide con le attività religiose. In questa visione di mondo, la religione diventa un "mero strumento di politica" per assoggettare il popolo. Inoltre, la serie tv è anche la storia di un regime totalitario, tanto è vero che all’interno della narrazione si idealizzano i caratteri istituzionali e gli ideali che sono nati ad inizio del ventesimo secolo (come il nazismo e il fascismo). Un quadro ben definito e di grande valore che ha reso la serie tv una tra le più interessanti del panorama televisivo di oggi.

Le rivolte in Ohio contro l’aborto: come la serie tv ha influenzato la società di oggi

La serie tv ha trovato spazio nella cultura contemporanea. E lo dimostra quello che è avvenuto in America, al parlamento dell’Ohio, il 13 giugno del 2017. In quel giorno si stava discutendo una proposta a sfavore dell’aborto, quando un gruppo di donne, vestite allo stesso modo come le ancelle di The Handmaid’s Tale (vestito rosso e copricapo bianco che limita lo sguardo) hanno espresso il loro dissenso, facendo sentire la loro voce. Non è stata un esempio isolato. La stessa cosa è accaduta in Mussuori, in Texas, durante altre manifestazioni per rendere illegale l’aborto. La finzione, per una volta, è diventa una realtà.

L’universo si espande con "I Testamenti"

Come sempre, il successo genera altro successo. Nel 2019, in contemporanea con l’America, è stato pubblicato il sequel del libro a cui è ispirato la serie tv. Margaret Atwood scrive un altro capitolo della teocrazia di Giliad, focalizzando l’attenzione su alcuni personaggi minori, come Daisy, la seconda figlia di June, narrando i retroscena del golpe e della fuga delle ancelle.

Di impatto ma non come il capostipite della serie, il romanzo è stato già opzionato da HULU e, quasi sicuramente diventerà una serie tv, spin-off di The Handmaid’s Tale. Margaret Atwood ha sempre raccontato storie di donne forti che lottano per la loro indipendenza, come L’altra Grace che è diventata una miniserie di Netflix.

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