Seducenti, inquiete o giocose ecco le donne di Porzionato

Emanuele Beluffi

Il primo fu Teofrasto, nel I secolo d.C., con i suoi Caratteri. Poi venne Jean de La Bruyère, che nel 1688 s'ispirò al filosofo greco e scrisse Les Caractères ou Les Murs de ce Siècle. Oggi, è la volta di Silvio Porzionato, pittore torinese classe 71 (i pochi fortunati l'hanno visto di recente a N.Y. con la galleria italiana Liquid Art System), che al Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano (progetto a cura di Angelo Crespi) espone i suoi, di caratteri: close up che con la disciplina della bella pittura attuano il double code visivo strizzando l'occhiolino all'immagine fotografica. Sono donne, modelle, dai copricapi sgargianti e impossibili, còlte nell'attimo faustiano («fermati, sei bellissimo!») di un'immagine che è anche un blow-up fotografico (qualunque riferimento a Michelangelo Antonioni è puramente voluto).

Le donne di Porzionato non sono archetipi, non c'è filosofia qui, ma solide visioni di materia pittorica, grumi di colore e spatola che colgono l'attimo del carattere, o meglio dei «caratteri» della donna: altera, seducente, inquieta, sprezzante, giocosa, ingenua, furente, appassionata, in un calidoscopio visionario idealmente «ab libitum».

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