La storia potrebbe sembrare simile a molte altre già viste sui grandi schermi. Un uomo, con problemi personali, trova, attraverso lo sport, la possibilità di redimersi e di costruire qualcosa di importante, trasformando una squadra di schiappe in un gruppo vincente. Trama non propriamente nuova. Ciò che fa la differenza, in tali soggetti, è come il tutto venga sviscerato, evitando il rischio concreto di debordare nella retorica gratuita. Cosa che non accade in Tornare a vincere, altra pellicola che doveva esordire nelle sale italiane (negli Usa, aveva fatto in tempo a farlo) e che, invece, a causa della chiusura dei cinema, arriva direttamente sulle principali piattaforme a noleggio come Sky Primafila, Infinity, Chili, Youtube, per citarne alcune. Del resto, gli italiani, di questi tempi, ci hanno fatto l'abitudine a fruire, nel proprio salotto, di tutte queste prime visioni e sarà interessante capire, quando tutto ripartirà, se e come le case di distribuzione intenderanno sfruttare ancora questo particolare canale «casalingo». Protagonista è un eccellente e ben ritrovato Ben Affleck, al quale il ruolo sembra cucito appositamente su misura. Lavora come operaio in un cantiere navale, è alcolizzato e separato dalla moglie a causa di un evento passato che ha stravolto entrambi. Jack viene contattato per allenare i Bishop Hayes, la squadra di basket della scuola cattolica della quale, da studente, è stato una star. Non che manchi il talento nei giocatori; semmai, è la disciplina che va imposta per interrompere la pesante striscia di sconfitte. Così, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, lezioni di vita dopo lezioni di vita, ecco che la squadra risale la graduatoria, fino ad arrivare a un passo dal playoff. Il passato di Jack, però, può compromettere il suo riscatto? Affleck si immedesima totalmente nel personaggio, rispolverando il suo talento e offrendo una delle migliori interpretazioni della sua carriera.
Una storia, per certi versi, prevedibile (non nel finale, però), ma che mantiene la rotta grazie alla regia esperta di O'Connor. In mancanza dello sport giocato, un film che ci riporta alle vere atmosfere di un palazzetto.
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