Ogni donna ama circondarsi di belle cose, oggetti che facciano risaltare delle qualità o che abbiano il potere di scatenare emozioni; qualcuno li chiama capricci, come quelli di Silvana Pampanini.
L'attrice, scomparsa lo scorso 6 gennaio, aveva un debole per gli abiti e gli accessori e a poco più di un mese, una parte del suo guardaroba e alcuni componenti di arredo verranno esposti al pubblico a Roma presso la Galleria Antonina 1890, dal 2 al 4 marzo dalle ore 10 alle 19, per poi essere messi all’incanto il giorno 5 alle 10. Tutto sarà visionabile anche nel catalogo Eredità Silvana Pampanini - Capricci di una diva “scandalosamente perbene” con prefazione di Paolo Limiti.
Silvana Pampanini era una persona con dei vezzi graziosi e tipicamente femminili per una interprete e donna di quei tempi e si circondava di cose belle; così ecco spuntare i capi da favola fruscianti e setosi, bordati di piume o ornati con paillettes, corpetti in seta, firmati da grandi stilisti quali Valentino, Yves Saint Laurent, Fendi, Emilio Pucci, Gianfranco Ferrè e Laura Biagiotti e che indossati da lei hanno fatto epoca e dettato la moda del momento. Cappotti, mantelli e le amate pellicce, che pare si regalasse dopo ogni film interpretato, insieme a guanti, cappelli, perlopiù realizzati da Clelia Venturi, foulard e le raffinate borse sono finiti nel catalogo; anche sontuosi arredi come lampadari di murano, candelabri in argento del XIX secolo, marmi e busti che la ritraevano realizzati dallo scultore Assen Peikov, i quadri del pittore Paulo Ghiglia che fermarono nel tempo la sua bellezza e gli oli su tela della sua collezione: ogni cosa sarà all’asta, con stime di base dei prezzi estremamente invitanti al fine di accontentare tutti gli estimatori, appassionati e collezionisti della diva.
Silvana Pampanini era davvero perbene, semplice. Diplomata all’istituto Magistrale e al Conservatorio, fu iscritta a sua insaputa a Miss Italia da una delle sue insegnanti; non vinse il concorso ma tali furono le proteste della gente che la giuria si vide costretta a premiarla ex aequo con Rossana Martini che si era aggiudicata il titolo del 1946 e questo avvenimento la lanciò nel dorato mondo di celluloide. Ninì Pampan, soprannome che le diedero i francesi, era l’anti diva per eccellenza: fece del cinema, ma poi preferì ritirarsi per stare accanto ai genitori che non stavano bene in salute, preferendo la televisione; per un periodo rappresentò la bellezza italica nel mondo, ma tutto questo non bastò a calmierare i critici di allora che non l’ebbero mai in simpatia né a farle avere molti premi o riconoscimenti.
Il Sindaco Veltroni non la invitò neanche all'inaugurazione della Festa del Cinema di Roma nel 2008, proprio lei che fu il cinema di Roma per un certo periodo. Non si sposò mai perché, si dice, l’unico uomo di cui si innamorò morì a un mese dalle nozze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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