Su Netflix "Raccontami di un giorno perfetto", film sul disagio mentale

Classico teen-drama con protagonisti amore, amicizia e sofferenza, ma che offre uno spaccato di come il mondo interiore di chiunque sia sempre più complesso di quanto immaginiamo.

Su Netflix "Raccontami di un giorno perfetto", film sul disagio mentale

"Raccontami di un giorno perfetto", nuova produzione originale di Netflix, è l'adattamento cinematografico di un romanzo young adult uscito cinque anni fa, "All the Bright Places", scritto da Jennifer Niven, che è anche co-sceneggiatrice del film.

Si tratta di un teen-drama che vede protagonisti due adolescenti, Violet Markey (Elle Fanning) e Theodore Finch (Justice Smith) i quali, pur frequentando lo stesso liceo, si conoscono quando lui scorge lei meditare sul buttarsi da un ponte, ancora scossa per la perdita della sorella in un incidente stradale. Finch riesce a convincerla ad accantonare lo sconsiderato proposito ma non si limita a questo: nei giorni successivi, complice l'assegnazione di un compito scolastico da svolgere in coppia, propone a Violet di andare insieme alla scoperta di alcune meraviglie dello stato dell'Indiana. A poco a poco fa breccia nel cuore della ragazza e le fa riscoprire la gioia di vivere. Nulla lascia trapelare che quel giocoso e giovane uomo stia in realtà combattendo una battaglia contro demoni personali.

Sono molti i film drammatici a target adolescenziale che hanno per protagonista una malattia terminale, stavolta invece si parla di disturbi mentali, alludendo a depressione, bipolarismo e, in minima parte, anche a bulimia.

"Raccontami di un giorno perfetto" poggia su due attori dal talento cristallino e la narrazione regala piccoli momenti illuminanti, ma è indubbio che ci troviamo davanti alla serie completa di stereotipi presenti in questo genere di film. Il risultato è un'opera che racchiude diversi assaggi di profondità ma rinuncia a mettere in tavola molto di quel che ci si aspetterebbe: l'abisso che abita i personaggi è solo intravisto, non si prova a intuirne il fondo né a indagarne davvero la natura. Per il resto, la parte del racconto on the road è abbastanza intrigante e l'amore mai romanticizzato in maniera stucchevole.

La storia tra i due ragazzi è lo sviluppo naturale dell'affezione che esiste tra chi condivide momenti significativi e ci dice molto su come l'amore autentico nasca spesso in situazioni impervie. Tra chi conosce il buio, infatti, c'è una connessione immediata che però non pregiudica la condivisione di luoghi e stati d'animo luminosi, tutt'altro: permette di assaporarli con una complicità, una comunione dei sensi e un entusiasmo sconosciuti ai più.

Il motivo per cui la visione di "Raccontami un giorno perfetto" resta più utile di quella di un prodotto medio dello stesso genere, è il suo indicare nella solidarietà tra anime smarrite l'antidoto alla chiusura in se stessi e al rifiuto del mondo esterno. Il film mostra bene come le fragilità possano attirare sguardi attraverso i comportamenti irregolari che ne scaturiscono, ma possano anche restare celate dietro l'abitudine forzata a fingersi padroni della propria vita. Si pone l'accento sul fatto che chi ha l'anima in paralisi vorrebbe poter essere autentico, in grado di spogliarsi finalmente delle etichette che altri gli hanno cucito addosso per superficiale comodità. Soprattutto si invita a convivere con le proprie ferite emotive e fisiche non condannando se stessi al dolore silenzioso, bensì accettando l'aiuto necessario a non limitarsi a esistere.

Cinematograficamente questo è solo

uno dei tanti film per giovani adulti, ma invoglia a educare il proprio sguardo alla sensibilità e a ricordare che chiunque, là fuori, potrebbe essere tormentato e bisognoso d'aiuto ben più di quanto trapeli all'esterno.

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