Niente da fare, Alessandra Amoroso è sempre un fiume di energia. E pure stavolta non si smentisce annunciando il concerto dei concerti, ossia quello sul palco di San Siro. 13 luglio 2022, la sua prima volta. «Questa è una occasione che può essere unica in tutta la carriera», spiega parlando proprio in una sala dello stadio. Sorriso largo da qui a lì, grintosissimo «carrè alla Vergottini», Amoroso arriva a San Siro dopo dodici anni di carriera, 199 concerti in giro per l'Italia e oltre un milione di biglietti venduti, insomma con tutti i numeri giusti per riempire i 51mila posti attualmente messi in vendita. Tra l'altro, due ore dopo l'apertura delle prevendite, i tagliandi prenotati erano già cinquemila. La «grande famiglia» dei suoi fan è già in movimento.
Sul manifesto ci sono due foto di Alessandra Amoroso.
«In realtà io sono naturalmente la stessa persona. Ma diciamo che c'è una Alessandra che canta e una che non canta. Una pubblica e una più privata. Stavolta sono in grado di riunirle. Ma ho avuto bisogno di confrontarmi con una specialista che, tra l'altro, si chiama anche lei Alessandra».
Di solito si arriva all'analisi quando c'è una causa scatenante.
«Nel mio caso lo volevo fare da tempo, ma non ci ero mai riuscita».
Ora si pente di non averlo fatto?
«No perché altrimenti non sarei diventata quello che sono oggi».
Cosa pensa dei suoi inizi?
«Non è facile fare i conti con il successo immediato. Nel mio caso è stato dopo un talent, ma nella storia tanti artisti si sono trovati a fronteggiare una popolarità improvvisa. Insomma a me è successo qualcosa che mi ha realmente stravolto».
Qual è stato il vero problema?
«Dipende dal mondo e dall'educazione che hai avuto. Per quanto mi riguarda era sempre come se non lavorassi abbastanza, come se non sudassi e soffrissi abbastanza, specialmente in riferimento a come ero cresciuta, con tanti sacrifici. Diciamo che inconsciamente dovevo stare male per legittimare la mia posizione».
E ora?
«Non voglio più subire nulla e voglio assaporare tutto ciò che mi dà la vita. E ora ho realizzato che il mio è un lavoro al pari di quello di mio papà, che ora è pensionato, e di mia mamma che lavora per le case popolari. Certo, io sono fortunata perché posso condividere ciò che faccio con la mia famiglia e i miei amici».
A proposito, i suoi genitori come hanno saputo del concerto?
«Non lo sapevano proprio, ho tenuto nascosto tutto. Però qualche giorno fa mia mamma ha sognato che avrei cantato su di un manto erboso. Come se prevedesse il futuro».
Come sarà il suo San Siro?
«Mi immagino momenti diversi e, in uno di questi, ci sarà un altro palco al centro dello stadio per poter essere davvero in mezzo alla mia grande famiglia».
Il concerto è tra un anno. E nel frattempo?
«Nel frattempo uscirà un disco, previsto per l'autunno, che si intitola Tutto accade ed è praticamente già finito. Un disco per il quale ho fatto molto di più che in passato perché voglio partecipare a tutte le fasi creative della mia musica».
Alessandra Amoroso è pop.
«Ma, se mi venisse voglia, farei un disco trap. La musica è al centro della mia vita e, come la vita, può cambiare».
Chi le piace (e magari potrebbe salire sul palco con lei)?
«Beh Madame quando va in scena ti travolge. Amo anche Elodie e Annalisa, naturalmente. E poi i Maneskin: con Sanremo ed Eurovision hanno dato un bello schiaffone».
Qualcuno nota che si commuove sempre meno (pubblicamente).
«È vero. In passato sono stata criticata per le mie lacrime, ma mi hanno consentito di mostrarmi alla gente per quel che sono».
Infine i social: che effetto hanno fatto alla musica?
«Con loro il mondo del pop è cambiato, ma credo che nel complesso la condivisione abbia fatto bene».
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