Il Tg1: "Caro Fiorello, niente guerra ma..."

Il sindacato del telegiornale precisa, l'artista tace ma "Viva Asiago 10" rischia

Il Tg1: "Caro Fiorello, niente guerra ma..."

Almeno si sono resi conto della figuraccia che hanno fatto. Ieri i giornalisti del Tg1 hanno scritto una lettera aperta a Fiorello per trasmettergli la loro stima e, senza esplicitarlo, praticamente chiedere scusa. Gli stessi redattori dell'ammiraglia Rai due giorni prima avevano pubblicato un durissimo documento contro i vertici aziendali colpevoli di aver progettato di mettere il nuovo show del presentatore Viva Asiago 10! al mattino presto (tra le sette e le otto) al posto degli approfondimenti del Tg1 medesimo definendo la scelta «uno sfregio». Una presa di posizione spernacchiata da tutti i principali media che si occupano di televisione.

Ieri, dopo aver letto i quotidiani, il sindacato interno (cdr) si è detto «sconcertato» per come la vicenda sia stata «trasformata pubblicamente in uno scontro da cortile» e ha fatto sapere che «dall'azienda è arrivata la notizia di un ripensamento sulla collocazione» del programma (non più su Raiuno, ma su Raidue o Raitre oltre che su RaiPlay e in radio) e quindi l'incontro con l'ad Carlo Fuortes in programma è stato annullato. «Il Tg1 - continua la lettera - non è in guerra con nessuno, come scrivono i giornali, tantomeno con un artista del quale continuamente racconta le mirabili imprese televisive. Potevamo parlarne diffusamente con l'azienda, fare progetti insieme lavorando reciprocamente a vantaggio degli ascolti. Forse non sarai stato informato, come noi del resto, che il Tg1 da qui a giugno avrebbe perso quasi 150 ore di informazione. Forse non sai che molti colleghi lavorano per quel prodotto con grande passione nel nuovo spazio concordato con la rete dopo anni di trattative. Ci sarebbe piaciuto condividere con te e con l'azienda queste brevi considerazioni. Il Tg1 ama gli artisti e li promuove da sempre, porte aperte a tutti e nessuno scontro tra professionisti della Tv».

Dal canto suo Fiorello si trincera, come nel suo stile, nel silenzio. Ma non c'è dubbio che della vicenda sia rimasto amareggiato e che mediti di mandare tutto all'aria (lo show avrebbe dovuto partire il 7 novembre su Raiplay e il 28 su Raiuno).

L'ad Rai sta cercando di rimettere insieme i cocci e trovare una mediazione tra le riserve dei giornalisti e la necessità di trovare una

collocazione in palinsesto consona al personaggio e al progetto: un morning show come lo ha in mente il presentatore non può andare in onda alle nove come ipotizzato dai redattori del Tg1. Certo è che ora è tutto più difficile.

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