«Leggerezza e divertimento sono le cose di cui abbiamo bisogno ora. Ne sono a tal punto convinto che, per farmi dire di sì, è bastata una telefonata». Certo la telefonata era di Michelle Hunziker, una che dispensa buone vibrazioni anche accennando un sorriso, ma Francesco Renga a questa morale da film di Frank Capra ci crede veramente: il momento è duro e servono happy ending al termine di storie positive. All Together Now - La musica è cambiata il talent che si fa gioco (e viceversa) prodotto da Endemol Shine Italy, al ritorno su Canale 5 per la terza edizione da oggi in prima serata è «ciò che volevo fare in questo esatto momento. Un talent diverso, dove conta giocare, dove tutto è meno responsabilizzante. Si danno soldi come premio, e tutto finisce lì: non si promette un futuro artistico. Così è tutto più semplice».
Insomma, Francesco Renga la pensa più o meno come Riccardo Cocciante, che dei talent fatti di sopracciglia corrugate e sfide epocali non ne vuole più sapere: «Usano i giovani e poi li abbandonano», le parole del cantautore e compositore teatrale.
E di talent, l'autore di Angelo ne ha fatti in carriera: Amici e The Voice? spiega Esperienze che non rinnego, ma qui la storia è del tutto diversa: sei più te stesso, rilassato, conta lo spettacolo e tutto finisce per sfumare, anche le opinioni divergenti con gli altri giudici».
Sì perché All Together Now, per questa terza edizione con Michelle Hunziker salda in conduzione, sforna la novità di un quartetto assortito di giudici vip, che avrà il potere di condizionare la votazione democratica da standing ovation del Muro Umano: accanto a Francesco Renga ci sono J-AX (veterano dello show dalla prima edizione), Rita Pavone e Anna Tatangelo. «Con loro è stato un viaggio divertente spiega Renga proprio perché siamo molto diversi fra noi. La più diversa da me? Sicuramente Tatangelo. Ma la forza del gioco tra noi è la complicità. Anche col Muro, forse io sono quello che si è scontrato di più».
Da questa edizione ogni giudice ha il potere di sottrarre fino a cinque punti (ma anche aggiungercene cento!) dalla votazione del Muro, come al solito composto da cento ospiti, personaggi del mondo dello spettacolo, non necessariamente dottori in musica, che possono anzi devono commentare a microfono aperto.
Puntata dopo puntata, dei dodici concorrenti fissi ne resterà solo uno, il vincitore dei cinquantamila euro in palio. Una festa con una colonna sonora incessante. «L'atmosfera dello studio è contagiosa prosegue Renga E questo rapporto col Muro è stato un po' come sublimare il pubblico ai concerti. Il rapporto col pubblico è una cosa che mi manca molto». Facile tuffarsi nella querelle degli ultimi Dpcm in emergenza da pandemia, quando per la seconda volta cinema, teatri e auditorium hanno dovuto chiudere.
In questo ruolo di giudice, Francesco Renga smorza di molto il sorriso: «Togliere 5 punti alla politica? Altro che 5 riflette amaro l'ex voce dei Timoria Vedo una classe dirigente che non ha affrontato i problemi quando era opportuno farlo. E non parlo, si può ben capire, solo dell'atteggiamento verso il comparto dello spettacolo. Dicevano, a noi italiani, che nessuno sarebbe rimasto indietro. Vedremo con questa seconda emergenza che ci prende tutti più fragili. Per natura non sono pessimista, ma la sensazione è che chi guida il Paese non abbia la minima idea di come funzionano determinati settori professionali».
A maggio Francesco Renga aveva pubblicato il singolo Insieme: grandi amori, che voleva essere un segnale di ottimismo: «Un album di inediti? Al momento posso promettere una presenza
assidua sui social. Il progetto del singolo potrebbe avere seguito. I social sono il modo più diretto per far sentire la nostra presenza di artisti presso il pubblico. Ma questa, intendiamoci, non deve diventare la normalità».
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