Che c'è di più semplice e nello stesso tempo dolce che dedicare una bella canzone alla persona amata, che sia il fidanzato, il figlio, il nonno, il genitore o l'amico. Su questo gioco Serena Autieri ha costruito un programma, Dedicato, in onda su Raiuno tutte le mattine alle 10, che sta piacendo al pubblico: fresco, spensierato come si addice agli spettatori che restano a casa. Lei, con la sua bellissima voce da Elsa di Frozen e l'allegria napoletana nel sangue mescola tutti i suoi talenti e fa tutto: padrona di casa, intervistatrice, cantante, insomma un vortice di donna.
Dunque, Serena, una scommessa che si sta dimostrando vincente...
«Sì, e ne siamo contenti. Questo è un tipo di show nuovo per la Rai: siamo partiti dall'idea della dedica, quella tipica della radio, per arrivare a un contenitore più ricco, che mescola vari generi: intrattenimento, momenti musicali, ospiti, memoria della televisione impersonata da Gigi Marzullo. E poi cronaca: ci siamo trovati a raccontare la scomparsa di Raffaella Carrà, ma anche la vittoria azzurra agli Europei».
L'obiettivo è alleggerire le giornate delle persone a casa ma anche mettere in luce l'Italia che riparte.
«Certo, vogliamo rendere gli spettatori protagonisti e trascorrere del tempo sano insieme a loro: abbiamo visto che, dopo questo periodo buio di pandemia, tanti hanno il desiderio di esprimere riconoscenza a chi li ha aiutati: la dedica è un modo divertente per farlo. E poi la musica è terapeutica, fa bene a tutti, alle persone sole, in difficoltà, ai bambini, agli anziani. Voglio che tutti possano cantare insieme a me, in salotto, a squarciagola».
Qual è la dedica chiesta dagli spettatori che finora le è piaciuta di più?
«Mi piacciono soprattutto quelle dei bambini e dei ragazzi rivolte ai loro nonni: ne hanno sentito tanto la mancanza durante la pandemia. Comunque, la maggior parte delle dediche sono rivolte alla propria famiglia: si sente che la gente ha bisogno di riappropriarsi dei valori fondamentali».
Questo show è anche un tributo alla radio, di cui si prediceva la morte e invece è più viva che mai
«Certo, la tv e la radio svolgono ancora ruoli imprescindibili, per aiutare a districarci nel bombardamento social cui siamo sottoposti. L'importante, almeno per quanto riguarda la tv che voglio fare io, è lanciare messaggi positivi, costruttivi».
Nello show lei porta a compimento tutte le sue espressioni artistiche, ma qualcuno osserva che sia un programma praticamente dedicato a lei, dove la sua presenza sembra straboccante.
«È il programma pensato così: una sorta di one woman show, quindi per forza gira su di me, mi è stato cucito addosso per volontà del direttore di Raiuno Stefano Coletta. Mette insieme tutte le mie passioni e il lungo lavoro che ho fatto per anni a teatro, al cinema e nella stessa tv».
Ora che è ancora più allenata come conduttrice, le piacerebbe restare sul primo canale? Si vocifera che in autunno potrebbe ereditare da Marco Liorni la fascia del sabato pomeriggio
«Questo programma quotidiano mi ha fatto scoprire che la tv mi piace molto. Io sono abituata allo spettacolo in teatro con l'abito da sera. Poi sono riuscita a trasformarmi, e sono passata dal vestito lungo ai jeans. Sicuramente mi piacerebbe continuare, vedremo come».
Sarebbe pronta per un Sanremo da conduttrice principale?
«A chi non piacerebbe: è il palco per eccellenza, ci sono andata nel 2003 con Baudo e Gerini. Chi vivrà vedrà».
C'è ancora qualcuno che le dice che dovrebbe scegliere tra musica, canto e recitazione?
«Vengo da una tv e un mondo dove c'erano personaggi eclettici come Delia Scala, Walter Chiari, Marcello Mastroianni, che passavano dalla commedia musicale al cinema alla prima serata tv. Non mi paragono a loro, ma certo sono la mia fonte di ispirazione».
Quanto l'ha colpita l'addio della Carrà?
«Sono cresciuta con lei, da piccola mostravo l'ombelico e sognavo di fare tv come lei. Nella prima puntata di Dedicato ho voluto indossare una giacca rossa uguale alla sua e poi ho dovuto raccontare della sua scomparsa, è stato molto doloroso».
Lei a chi vuoi fare una dedica?
«A mio marito Enrico e a mia figlia Giulia, la mia famiglia, il mio rifugio, li ringrazio e faccio loro la dedica più bella del mondo: Tu sì na cosa grande.
Me la voleva dedicare anche mio marito come serenata la sera prima di sposarci, ma il chitarrista che si era portato per intonarla si è emozionato e alla fine me la sono dovuta cantare da sola. Insomma faccio sempre tutto io...».
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