A Venezia il cinema italiano si difende bene con "Il sindaco del Rione Sanità" di Martone

Mario Martone aggiorna un classico di Eduardo De Filippo facendolo parlare alla contemporaneità e avvalendosi d'interpreti validi e dalla complicità rodata.

A Venezia il cinema italiano si difende bene con "Il sindaco del Rione Sanità" di Martone

E' sbarcato al Lido il primo tra i film italiani in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno: "Il sindaco del Rione Sanità" di Mario Martone, trasposizione cinematografica di un testo di Eduardo De Filippo scritto sessant'anni fa ma con ancora molto da dire. Il regista aveva già messo in scena quest'opera a teatro e ha scelto di conservare i medesimi attori per il grande schermo.

Il protagonista, Antonio Barracano (Francesco Di Leva), è "il sindaco", per così dire, del quartiere di Napoli in cui vive. E' considerato un "uomo d'onore", il suo codice etico non esclude l'impiego di azioni criminali ed è rispettato per la capacità di distinguere tra "gente per bene e gente carogna". Venerato come un leader carismatico, Barracano offre la propria protezione a chiunque sia "senza santi in paradiso" e abbia bisogno di un "raddrizzatore di torti". Un giorno gli si presenta Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), deciso a uccidere il padre, Don Antonio (Massimiliano Gallo), un ricco fornaio che lo ha rinnegato come figlio condannandolo alla povertà. Barracano riconosce nel sentimento di vendetta mostrato dal ragazzo lo stesso provato anche da lui in gioventù e che lo condusse nelle patrie galere. Decide quindi di intervenire per riconciliare padre e figlio.

Al centro de "Il sindaco del Rione Sanità" ci sono temi senza tempo come la famiglia, il senso di colpa e la vendetta, incorniciati in un'impalcatura drammaturgica che è quella originaria. La fedeltà strutturale a De Filippo si sposa però perfettamente a una reinvenzione contemporanea che prevede sonorità rap (di Ralph P) e dimezza l'età del protagonista poiché gli attuali capi della malavita sono sempre più giovani.

Francesco Di Leva, occhi ardenti e fisicità da pugile, interpreta Barracano mischiando i modi da bullo al fraseggio oracolare e rendendolo il custode di un Purgatorio in cui convergono le due facce di Napoli, quella perbene e quella criminale. "Il sindaco del Rione Sanità", del resto, indaga l'ambiguità e la ferocia non solo di una città ma della natura umana, mostrando personaggi in cui convivono ragione e torto, bontà ed egoismo, ragionevolezza e follia. Tra i collaboratori più fedeli al 'sindaco' ad esempio c'è un medico, Fabio Della Ragione (Roberto de Francesco), che sembra quasi soffrire della Sindrome di Stoccolma, tanto si sente prigioniero eppure affezionato.

Sebbene Barracano senta ribollire il sangue quando qualcuno, come il fornaio, gli getta in faccia un'idea di onestà a lui impraticabile, nel finale avrà modo di riscattarsi assumendo sfumature che potremmo definire cristologiche.

Nella rinuncia a salvarsi da morte certa, scelta ancora più difficile da parte di un uomo nel pieno delle forze com'è lui, c'è un'assunzione di responsabilità individuale oggigiorno sconosciuta ai più.

Uscita prevista dal 30 settembre al 2 ottobre.

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