No grazie, fare il sindaco di Roma "non è il mio mestiere, per la città serve grande manager e triumvirato di persone colte". Così Carlo Verdone, attore e regista, ospite di Giovanni Veronesi e Max Cervelli nel programma di Radio2 ’Non è un paese per Giovanì. "A Roma il tallone d’Achille sono le periferie, comincerei a rimettere in piedi il senso civico che si è perso per colpa di tanta politica ma anche di tanti romani che non hanno amato la loro capitale. Ci vuole un grande manager, appassionato della città, magari anche romano. Oppure anche non romano ma che sia affiancato da un triumvirato di tre persone colte, persone di cultura, ognuno dei quali si intenda di un settore, chi di musei, chi di spettacolo e così via", dice Verdone. Per l’attore e regista romano il problema della città "è la manutenzione. Sono stato da poco a Milano e mi piangeva il cuore, una città completamente rimessa a posto, che sembrava Berlino. Va bene che hanno avuto l’Expo, ma tornato a Roma mi sono chiesto perchè siamo in questa situazione, con tutte le nostre potenzialità, ha perso così ai punti, con un ko".
Quali sono le priorità di Roma? "Vorrei vedere più manutenzione e una città più pulita, bisogna partire dalle periferie, devi partire dall’esterno: se è vero che il centro ha mille problemi le periferie ne hanno sessantamila". In un documentario le periferie romane furono addirittura paragonate alle banlieu parigine. "No - dice Verdone -, sono stato a Parigi e sono convinto che certe banlieu sembrano quartieri residenziali rispetto alle nostre periferie, per carità di Dio".
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