Monotono, monocorde, sempre la stessa ribollita, mai un colpo da fantasista. Chi, Gattuso? No, De Laurentiis. E il Napoli rischia la solita incompiuta. Il j'accuse dell'allenatore è stato il colpo di teatralità che serviva a Napoli, e al Napoli, per non far addormentare tutti nella solita melassa da trequarti campionato: la squadra non tiene fede alle prospettive presidenziali e gli allenatori sono già con la valigia in mano. Il Napoli non vince? Colpa dei tecnici e qualche volta dei giocatori. Poi tutti a incensare l'illuminato regista. Anche se, talvolta, svirgola palla come il peggiore dei terzini.
Ci sono due filosofie che illuminano il Napoli degli ultimi 35 anni: Ferlaino presidente, pur con controindicazioni, per lo scudetto dava tutto. ADL, invece, sfrutta l'eccellente intelligenza per evitare di trovarsi davanti ad uno scudetto in mano: ci sarebbe troppo da sborsare. Pensate solo ai premi. Non sarà vero ma così sembra. Finora la strategia ha portato a questo: illuminata oppure no. Meglio galleggiare con i primi, non oltre. Il Napoli, nelle ultime tre sessioni di mercato, ha investito circa 260 milioni: un bello spendere. Interessava il piazzamento in Champions, che va letto come rientro economico. Se la squadra non andrà in Champions, la colpa sarà dell'allenatore. Possibile che gli errori siano sempre dei tecnici? Eppure ne sono arrivati e passati di stampo d'eccellenza: Benitez, lo stesso Sarri, e Ancelotti finiti nella stessa centrifuga, direbbe Trapattoni. Non è ovviamente possibile la controprova: cambi il presidente e cosa succede? I giocatori un po' troppo svagati nell'area avversaria, le lotte sui contratti, il dietro le quinte, non contano? Le truppe d'assalto stanno già tirando colpi di spillo, qualche volta di cannone. La stagione si è nutrita di alti e bassi dovuti a infortuni, fors'anche al primo passo falso: evitarsi la trasferta a Torino con una trovata che ha fatto fesso solo il tribunale di garanzia. Poteva essere la sfida che lanciava una stagione, invece potrebbe averla affossata.
Ora tutto il mondo Napoli è qui ad aspettare il giorno di San Valentino: quattro partite per capire l'effetto che fa. Le due sfide di coppa Italia con l'Atalanta, nel mezzo il Genoa e il 13 febbraio il braccio di ferro con la Juve. Il 14 febbraio, San Valentino appunto, non saranno baci ma carezze o schiaffoni. O anche niente come quei silenzi di ADL, mai portatori di buone notizie. Comunque vada i guai sono già stati consumati. La lista degli allenatori futuri (Benitez, Allegri, Mazzarri, Spalletti) srotolata con singolare sicurezza: basta leggere e saper leggere per capire. A Napoli il mondo è bello perché vario. Oggi Gattuso sei grande, domani il tuo gioco fa schifo. Oggi sei l'allenatore del futuro, domani ecco chi ti sostituirà. E l'interessato ha capito al volo. Quel discorso così diretto e abrasivo sul presidente indica quale sarà la fine della storia.
Nessuno, dicono a Napoli, è stato mai così diretto. Eppure ne hanno viste delle belle. Vedi Napoli poi muori. Peccato! Chiunque avrebbe creduto che la brillante verve oratoria di ADL avrebbe avuto un guizzo di originalità.
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