Ci sono momenti che segnano la storia di una squadra. Di una grande squadra. La Juventus li ha vissuti nei 90' di Haifa, perdendo miseramente la partita, perdendo la possibilità di proseguire in champions e perdendo anche la faccia, perché la sconfitta contro gli israeliani, non ha, non può e non deve avere alibi, spiegazioni e parole finte, come quelle dell'ad Arrivabene (uno dei falchi anti Allegri) che ha confermato, senza una sola incertezza o dubbio, l'allenatore, aggiungendo che sarebbe sbagliato cercare un solo colpevole. Ma non è Allegri il problema esclusivo di questa vergognosa esibizione in Israele, riassunto di un percorso faticoso avviato dal suo ritorno in bianconero, è tutta la Juventus ad avere concluso il viaggio cominciato 11 anni orsono e segnato da 9 scudetti e altre coppe nazionali e 2 finali di champions. Quello è il passato, glorioso ma archiviato, nel football nessuno può vivere di rendita come invece ha pensato con massima presunzione il presidente Agnelli, trasferendo tale arroganza al tecnico da lui stesso e soltanto da lui stesso richiamato a Torino. Non ci sono soluzioni immediate se non un segnale forte ma il presidente finalmente si è presentato a fine partita, ha ammesso di provare vergogna ed è questa una svolta imprevista, subito dopo smentita perché Agnelli ha respinto qualunque colpo di scena, Allegri resta, resta Nedved, resta Arrivabene, restano i dirigenti, il gruppo di 80 persone, come ha voluto sottolineare più volte, troverà la via di uscita a questa situazione difficile nella quale i giocatori bianconeri non vincono un tackle (parole sue testuali). Forse per colpa del vento, della pioggia, chissà.
È successo di tutto ma non è accaduto nulla. Certi risultati non accadono per caso, sono la conseguenza di scelte sbagliate per le quali in passato hanno pagato dirigenti e allenatori che oggi trovano giustificazioni e opinioni di cortigiani a sostegno di una dirigenza che è complice di questa situazione. Ovviamente i calciatori non possono nascondersi nel canneto o presentarsi dinanzi alla curva chiedendo scusa, con un repertorio fasullo.
La Juventus all'11 di ottobre è fuori dalla corsa scudetto, è fuori dalla champions, è fuori di 254 milioni di euro. Ma potrebbe andare peggio, come diceva Igor a Frankestein: potrebbe piovere. Infatti sabato c'è il derby. Tranquilli gli 80 dipendenti sono già pronti a rifare grande la Juventus.
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