Tagliarsi i capelli a zero «per essere più vicino ai piccoli pazienti oncologici». Lo ha fatto Alvaro Morata, 31 anni, che di questo Milan si avvia ad essere (ma probabilmente lo è già) il vero leader. Ma delle qualità del Morata-calciatore parla il suo curriculum; meno note sono forse le virtù del Morata-uomo che, una volta fuori dal campo, piuttosto che calarsi nel format del divo irraggiungibile immerso nell'acquario dei privilegi, ha la sensibilità di uscire dalla vasca della fiction pallonara tuffandosi nella vita reale. Sarà per questo che il capitano della nazionale spagnola va spesso a far visita ai bimbi malati di tumore, magari perché il sorriso di gratitudine di un piccolo malato al cospetto del proprio idolo può regalare sensazioni superiori addirittura a quelle di un gol in Champions.
C'è chi - sui soliti social spargifango - ha accusato Morata di «protagonismo», ma dagli odiatori seriali non puoi aspettarti che capiscano un gesto d'amore compiuto in silenzio: se non fosse stato per Theo Hernandez che ha postato un'immagine su Instagram, nessuno avrebbe saputo dei tour in corsia di Morata. Non è la prima volta che Alvaro spera con la sua presenza di aiutare i bambini a combattere battaglie che sono durissime per gli adulti, figuriamoci per dei bimbi. Pur senza volerne fare un «santino», ricordiamo che dopo la vittoria dell'Europeo con le Furie Rosse l'attaccante salì sul palco dei festeggiamenti con una bimba malata. Quella piccola ha poi sconfitto il cancro. E la sua amicizia con Morata dura tuttora.
Da una bella storia, a un'altra iniziativa importante: il Milan, nell'ambito di una partnership con la Repubblica del Congo, ha chiesto che nel progetto sia coinvolta anche la vedova dell'ambasciatore Luca Attanasio, morto il 23 febbraio 2021 in un agguato vicino alla città di Goma.Perché il calcio, a volte, sa anche guardare oltre...
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