La Juventus ha bisogno di un capitano. Non è certamente Bonucci. Non può esserlo Allegri. Lo potrebbe di nuovo diventare Del Piero. Serve un riferimento che scaldi i tifosi demoralizzati e pronti ad essere derisi dal resto dell'Italia pallonara e no. L'aria è pesantissima, le domande mille, i sospetti di più. Chi vorrà accettare di rinnovare il contratto in questa situazione? Di Maria? Paredes? Chi vorrà venire alla Juventus con lo stesso entusiasmo dei favolosi anni dei nove scudetti consecutivi? Certamente Massimiliano Allegri ricoprirà il ruolo che forse è aderente alle sue doti di mediatore e di gestore, essere l'unico vero responsabile dell'area tecnica, senza profili e ombre di torno, a parte il suo assistente di fiducia Federico Cherubini. Ma serve anche una personalità di football, un uomo legato alla storia della Juventus, un idolo della folla bianconera: ce ne sarebbero due a disposizione, Del Piero e Platini ma il francese non ha intenzione di tornare a Torino e non ha avuto più alcun contatto con l'azionista di riferimento, l'ingegnere Elkann, oltre ad avere avuto un contenzioso con Uefa e Fifa. La stessa Uefa non aspettava altro e Ceferin ha aperto un faldone su e contro la Juventus per violazione del fair play finanziario alla luce delle presunte violazioni finanziarie rese pubbliche in questi giorni. Dunque ancor prima che si muova la giustizia sportiva italiana quella di Nyon è pronta a tagliare la testa della Juventus da qualunque torneo europeo.
Serve una risposta e non quella degli uffici legali che irritano il palazzo. Del Piero è l'uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto, lui è ovviamente disponibile e ben disposto, ha riconoscibilità internazionale, in quell'ambito sa muoversi bene, ha un stabilità economica che gli consente di poter continuare a vivere anche senza il calcio ma ha già dimostrato in passato il suo attaccamento alla Juventus, scendendo in serie B con la squadra e concludendo la sua carriera dieci anni fa con quella maglia. Del Piero non è Nedved, non è Zanetti, non è nemmeno Maldini, ha una traiettoria personale diversa, nelle situazioni delicate che lo hanno visto bersaglio di accuse e insinuazioni (Zeman e il doping) ha saputo conservare un equilibrio quasi unico in un mondo rabbioso, confermando la stessa stabilità nel comportamento in campo, da capitano e da campione del mondo, di club e di nazionale. Sono timbri importanti sul passaporto di un professionista del calcio ma i nuovi dirigenti della Juventus non possono certamente pensare che con l'ingresso di Del Piero tutti i problemi di ambiente e di relazione possano essere risolti. Andrà affrontato proprio il problema della comunicazione, fallimentare per molte scelte (sbagliate) del presidente Agnelli, gestite con presunzione, come nell'ultimo comunicato societario, una specie di sfida cocciuta a Procura e Consob.
Il 4 di gennaio riprenderà il campionato e posso
prevedere che l'accoglienza del pubblico contrario sarà quello degli anni di calciopoli, sarà l'occasione per comprendere se la Juventus, la squadra e il club, avrà cambiato gli uomini ma non la propria storia di sempre.
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