«Un anno di sofferenze mi ha migliorato. Adesso cerco feeling e spirito olimpico"

Sabato il via a Soelden: "Arriva presto, ma è cruciale"

«Un anno di sofferenze mi ha migliorato. Adesso cerco feeling e spirito olimpico"
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È la brace col fuoco dentro; è il pesciolino Dory, un attimo prima di trasformarsi in uno squalo onnivoro di medaglie. A Marta Bassino non piacciono i paragoni, ma la sua indole ne suggerisce tanti. Fra le tre soprano della valanga Rosa è la più giovane e pacata. Fra Brignone e Goggia - le due (ex) litiganti - lei ha dato un senso diverso a quei nomi: Fede, come fiducia nelle proprie capacità; Sofia, alla greca, come saggia equidistanza dai problemi di squadra. Anche così Bassino si gode finalmente a 28 anni, la vigilia di un nuovo anno di coppa del Mondo di sci, al via sabato, con il gigante di Soelden (Rai ed Eurosport, 10 e 13).

La scorsa è stata la stagione più dura?

«Emotivamente sì: ho attraversato un periodo difficile nella mia vita privata (un lutto in famiglia, ndc) e tutto si è rispecchiato in quello che facevo in pista».

Tutto da buttare?

«È stato un anno particolare, mi sento cresciuta anche nella gestione delle difficoltà. Tutto mi è servito. Mi aspettavo molto di più dal gigante, per esempio, ma poi ho avuto molto da occasioni su cui non avevo puntato».

Crans Montana e la prima vittoria in discesa ha ribilanciato ogni cosa?

«No, ma è stata, oltre ad una gioia immensa, anche una conferma della direzione della polivalenza che sto coltivando».

Lo sci, come la vita, dà e toglie?

«Direi che contiene il bello e il brutto perché si riparte da zero: a volte sbagli subito, aspettandoti troppo; altre volte parti piano e poi riesci ad alzare l'asticella».

Chi è Marta formato 2025? Gigantista, aspirante velocista?

«Una gigantista: qui voglio confermare i risultati più belli. L'anno scorso ho fatto fatica, ma so che curando quel gesto, arriva il resto, velocità compresa».

Com'è andata l'estate?

«Veniamo da un ottimo mese in Argentina e da una rifinitura in val Senales. Ci sono stati autunni in cui mi sentivo più avanti nella fiducia. Manca un po' di feeling che arriva con tanti passaggi fra i pali, ma è il classico effetto Soelden: sempre presto in calendario, a fine anno capisci che dà punti determinanti».

Strategia pre mondiale con 3 medaglie, superG in primis, da difendere: salterà delle gare?

«No, limerò solo qualche discesa, ma corro in 3 discipline, senza pensare alla generale. Per quella occorre costanza».

Solite facce al cancelletto: Shiffrin e forse anche Vonn?

«Mika è la più forte, si merita tutto e la ammiro: atlete come lei nascono forse nemmeno ogni 100 anni. Lindsey mi stupisce, non credo molto ad un suo ritorno, staremo a vedere. Forse è colpa di Hirscher che ha dato a tutti voglia di tornare».

Fra 15 mesi e mezzo i Giochi: ci pensa, avrà 30 anni?

«Penso a Parigi 2024: da spettatrice, per la prima volta mi sono goduta il vero spirito olimpico! Cercherò di ricordarmi quelle sensazioni, ma quando devi gareggiare tu, entri in una bolla e ti godi poco l'ambiente intorno».

Un po'

come sul set: chi dovrebbe interpretarla in un ipotetico film sulla valanga Rosa, dopo quello sulle leggende azzurre?

«Più che un'attrice, serve una vera imitatrice di Bax, ma per le riprese sugli sci mi offro io!».

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