Battuto da un prodigio della natura, da quel Remco Evenepoel che fa parte di quella generazione di fenomeni che sta riscrivendo la storia del ciclismo, al pari di Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, fino a Primoz Roglic. A soli 24 anni Evenepoel mette in bacheca l'oro olimpico di specialità, che si va ad aggiungere a quello mondiale al pari di Miguel Indurain, Bradley Wiggins e Fabian Cancellara. È un argento vinto quello di Top Ganna, non certamente un oro perso. Un argento che Pippo ha meritato e voluto con un finale strepitoso. Non partiva con i favori del pronostico, si sapeva che Evenepoel aveva qualcosa in più. Uscito alla grandissima dal Tour de France, concluso al terzo posto e senza doversi dannare l'anima per vincere la crono finale di Nizza, è probabile che da quel momento il piccolo belga abbia cominciato a pensare solo a Parigi. Lo stesso ha fatto Wout Van Aert, l'eterno secondo che arriva terzo e in tre settimane di Tour corre dando chiaramente l'impressione di avere ben altro per la testa: ieri abbiamo capito cosa. Pippo finisce nella morsa belga, portando a casa una medaglia che luccica più del proprio conio. Una medaglia che sembrava addirittura persa dopo quella sbandata nel finale che poteva concludersi rovinosamente contro le barriere. Il gigante di Vignone corre un grande rischio sfiorando pericolosamente le transenne su un rettilineo, ma riesce a rimanere in sella, perdendo però qualche secondo. Perdendo concentrazione, ritmo e sicurezza, su una strada gelatinosa (e molto brutta), resa viscida dalla pioggia caduta incessantemente nelle ultime ore.
Le scorie della paura generalmente contaminano le tue sicurezze, non quelle di Pippo, che mette in mostra un finale pazzesco, che gli consente non solo di difendersi dal ritorno del compagno di squadra Joshua Tarling, ma recupera il gap a Van Aert, posizionandosi appena dietro ad Evenepoel. Sorride Pippo, nonostante alla vigilia si era detto pronto ad un all-in per l'oro. O tutto o niente: arriva un argento che non è tutto, ma è molto.
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