La benedizione di Maradona è finita sullo stemma del Milan. È stato il Milan a vincere quest'altro scontro diretto e a scattare in testa alla classifica grazie a una zampata di Giroud a inizio di ripresa. Ma intendiamoci: è meritato il successo, costruito con una difesa perfetta, e valorizzato oltre che dal sigillo del francese da almeno due-tre occasioni da gol costruite nella ripresa. A dispetto invece del deserto napoletano. Nonostante le assenze più note, Kalulu e Tomori hanno messo i ceppi a Osimhen e stessa sorte hanno subito Mertens, Petagna, Ounas arrivati nella fase finale dell'assedio nel quale Maignan non ha dovuto fare miracoli. Anzi alla fine Saelemaekers ha sprecato il 2 a 0 facile facile.
Sgabbia subito il Napoli, sotto la spinta emotiva del pubblico di casa, si riprende via via il governo del gioco il Milan ma senza procurare emozioni né da una parte né dall'altra. A dire il vero è più un duello di lotta di greco-romana che una sfida stilistica di calcio d'antan: tantissimi gli uno contro uno, specie a centrocampo. E forse per questo Orsato, decide di affrontarla ignorando proteste diffuse e valutando con lo stesso metro sia una collisione in area napoletana tra Bennacer e Koulibaly sia quella successiva tra Kalulu e Osimhen nell'altra area. «È uguale a quello di prima» spiega l'arbitro ai napoletani e anche alle rispettive panchine (ammonito Pioli, il più polemico). Il Milan prova a soffocare con un pressing molto generoso la costruzione da dietro del Napoli che trova difficoltà nel far scivolare le sue ali, Insigne e Politano.
Sbocchi chiusi. Giroud, colpito da una feroce tacchettata di Koulibaly, ammonito, che gli procura una vistosa ferita al piede, deve stringere i denti per concludere la prima frazione. La sintesi è la seguente: zero occasioni golose e una sola parata (di Ospina) poco impegnativa su Leao.
Appena a inizio ripresa, ecco il cambio di passo. Il Milan passa davanti all'improvviso e al culmine di una punizione respinta corta, con tiro sbilenco di Calabria dal limite che trova lungo la strada la deviazione vincente di Giroud, al suo primo squillo fuori casa. Per il Napoli è uno choc perché subito dopo deve ricorrere al guizzo di Ospina per deviare in angolo un sinistro velenoso di Bennacer, il migliore dei suoi.
A quel punto si scalda la serata e arrivano anche altre ammonizioni, tra gli altri Theo Hernandez che da ammonito salterà la prossima (Empoli). Spalletti gioca tutte le carte a disposizione: dentro Ounas, Elmas e Mertens per dare vivacità e freschezza ai suoi attacchi. Pioli risponde con Rebic e Krunic (più Saelemaekers) per tirare fuori i suoi dal ridotto della metà campo invasa dai rivali.
Il rischio corso è su Osimhen frenato da Maignan, imitato da Ospina su Theo lanciato in isolato contropiede. Alla fine si rivede anche Ibra, a pochi rintocchi dalla sirena, per riprendere il filo interrotto il 23 gennaio (contro la Juve).
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