Firenze In curva un gigantesco numero 4 (il numero della maglia di Edoardo Bove) e sul maxi schermo del Franchi la scritta «Torna presto Edo. Ti vogliamo bene». È iniziata così la sfida tra Fiorentina ed Empoli, nel segno della vicinanza a Edoardo Bova che su questo stesso campo domenica scorsa era crollato per un malore. Ieri sera Bove avrà certo sofferto per la sconfitta (ai rigori, dopo un combattuto 2 a 2 al termine dei 90 minuti) dei suoi compagni di squadra in coppa Italia. Edoardo ha seguito lo sfortunato match dei Viola dal suo nuovo letto ospedaliero nell'area della terapia sub-intensiva dell'ospedale di Careggi. Al nosocomio del capoluogo toscano è arrivato domenica sera dopo il malore accusato al minuto 17 della gara con l'Inter, poi sospesa. Le condizioni del viola sono ritenute buone anche se la partita vera sta dentro le indagini diagnostiche alle quali è sottoposto il calciatore della Fiorentina. Non c'è niente di ufficiale, ma l'ipotesi di una aritmia ventricolare, «la torsione da punta», è sempre più probabile. Secondo quando filtra da Careggi, il centrocampista della Fiorentina nelle prossime 48 ore potrebbe essere sottoposto ad un lieve intervento per installargli un pace-maker sottocutaneo come è accaduto in passato all'ex giocatore dell'Inter Eriksen. Se tutto ciò sarà confermato, la carriera in Italia di Bove potrà dirsi conclusa, a meno che non cambi nel frattempo la normativa. Mentre all'estero non ci saranno elementi ostativi per ottenere l'idoneità. Eriksen gioca infatti nel Manchester United. La presenza di questa apparecchiatura non sarebbe solo necessaria perché il centrocampista della Fiorentina è stato defribillato, ma anche perché sarebbero emersi altri elementi. Il quotidiano fiorentino La Nazione ieri ha parlato di sospetti: «L'accurata indagine di cinerisonanza magnetica del cuore - ha scritto - effettuata lunedì sembrerebbe aver messo in rilievo una lesione del ventricolo sinistro.
Che parrebbe essere stata presente anche nelle altre tre risonanze magnetiche a cui il calciatore era stato sottoposto dal 2020 dopo aver avuto una miocardite da Covid».Adesso toccherà ai test genetici dare un nome all'eventuale, e non ancora accertata, patologia cardiaca.
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