C'è chi parla di finale anticipata e una conferma arriva dal ranking, seppure parziale, della Fifa (quello ufficiale arriverà dopo la fine del Mondiale). Brasile e Belgio, dopo gli ottavi di finale, sono ai primi due posti della graduatoria. Tanta Premier in campo e sulle panchine (17 giocatori con 6 che arrivano dal City, il club più rappresentato nella rassegna russa), tante sfide tra compagni di squadra, la più attesa tra Willian e Hazard. E soprattutto sfida tra il pragmatismo verdeoro e la creatività dei Diavoli Rossi. «Un confronto di calcio bonito», l'ha definita il ct verdeoro Tite.
Il Belgio non ha ancora digerito la sconfitta negli ottavi di 16 anni fa («in patria si parla ancora di quel gol annullato a Wilmots», ha ricordato in questi giorni Kompany, uno dei Citizens) e deve mettere fine alle contraddizioni ancora aperte di un gruppo dalle grandi potenzialità. Negli ultimi quattro anni - con l'Argentina ai Mondiali brasiliani, con il Galles agli Europei francesi - è caduto sul più bello, vittime dei propri limiti caratteriali. E l'altra sera a Rostov se l'è vista brutta, sotto di due gol con il Giappone e poi vincitore grazie a un'azione in contropiede al 94' con 7 tocchi in nove secondi che hanno scritto la fine del tiki-taka. È stato il dodicesimo gol segnato dal Belgio in questo Mondiale, è il miglior attacco del torneo. Se arriverà a 15, tv gratis per chi l'ha acquistata prima della rassegna russa da parte di un'azienda di elettrodomestici belga.
«La pressione è tutta sul Brasile», così Witsel che esprime la leggerezza con cui i belgi si giocheranno la sfida di Kazan. La golden generation come la definiscono in patria deve finalmente raccogliere qualcosa, se la truppa di Martinez - sorpreso dall'accostamento dei suo nome alla panchina della Spagna dopo il fallimento mondiale - lascia fare ai vari De Bruyne, Hazard e Lukaku, tutto può succedere. «L'importanza di De Bruyne nella nostra squadra è stata sottovalutata, lui è diventato un leader», così il ct dei Diavoli Rossi.
Nel ritiro di Sochi il Brasile ha provato a smorzare la pressione, sempre più alta per i grandi favoriti del torneo. Come da tradizione Tite ha permesso ai suoi calciatori di giocare coi figli sul terreno di gioco. Neymar, che si è divertito con il suo Devi Lucca, resta sotto tiro: uno studio della tv svizzera Rts Sports mostra la tendenza dell'attaccante del Psg (13 minuti e 50 secondi) di finire e restarci a lungo sul terreno, alimentando anche sfottò e ironie sull'eccesso di lamentele di O Ney. «Tutte le accuse degli ultimi giorni sono solo uno squallido tentativo per indebolirmi ma non ce la faranno», la risposta del numero 10. In attesa di quella sul campo. «Dicano ciò che vogliono, a me interessa che continui a giocare ad alti livelli», così il ct che si gode un gruppo che ha subìto pochissimi tiri in porta e ne ha fatti più di tutti (77, come il Belgio tra l'altro).
Intanto Neymar, diffidato e a rischio per l'eventuale semifinale, ci ha scherzato su: durante l'ultimo allenamento a Sochi prima della partenza per Kazan - già invasa da ieri dalla torcida brasiliana - è finito a terra, mani sul volto e si è rotolato sul prato tra le risate dei compagni e gioia dei fotografi. «Voglio che sia la Coppa del Brasile, non la mia», ha sottolineato nei giorni scorsi. Anche se le due cose, ovviamente, non sono in contrasto.
Tite, assistito al Mondiale da uno staff di 15 persone tra dieta, cura del sonno e studio dei dati, non cambia le abitudini nemmeno se l'asticella si alza ancora: dà la formazione (torna
Marcelo, Fernandinho per lo squalificato Casemiro, conferma di Gabriel Jesus) e cambia il capitano (stasera toccherà a Miranda come col Costarica). Un segno di forza per un ct che sa di poter arrivare al traguardo finale?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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