Brozovic, una furia al pronto soccorso

L'interista ci ricasca. Vuole passare davanti ai pazienti in attesa. Arrivano i carabinieri

Brozovic, una furia al pronto soccorso

Cercava un po' di alcol, non per sé ma per l'amico. E nemmeno da bere, ma per medicare una ferita. Peccato che, anche stavolta, l'epica che vorrebbe guidare fatti e misfatti di Marcelo Brozovic si sia trasformata in un gioco senza frontiere, una roulette russa al limite della legge. L'altra volta, non più di tre settimane fa, gli venne ritirata la patente perché pescato alla guida dei suoi potenti e luccicanti mezzi con tasso alcolico al di sopra della norma. Via la patente, multa dall'Inter di 100mila euro e una battuta su Instagram per far sorridere: «Promesso, solo acqua». Promessa da marinaio, si diceva una volta. Ora resettiamo: promessa da Brozo. Che non fa rima con sbronzo, perché non lo era, ma anche la notte tra giovedì e venerdì il tasso alcolico di Brozovic non doveva essere da club degli astemi. Questa volta l'eccentrico giocatore croato dell'Inter si sarà sentito in delirio di onnipotenza, quando ha accompagnato un suo amico all'ospedale milanese San Carlo. Il tipo sanguinava da una gamba, diceva di essersi tagliato col vetro di un bicchiere rotto, e Brozo doveva essere così impressionato da pretendere che il tipo avesse la precedenza su chi magari attendeva da tempo al Pronto soccorso. Insomma nessun rispetto per i classici codici gialli e rossi che indicano situazioni più gravi. A quel punto il tasso di alcol, quello di Brozo, deve aver lievitato l'effetto: la voce si è alzata, la pretesa che l'amico venisse visitato e curato subito si è fatta arrogante, e i sanitari hanno, ovviamente, perso la pazienza e chiamato il 112. Il giocatore ha continuato ad agitarsi ed inveire anche davanti ai carabinieri, fino a quando non gli è stato spiegato che o si calmava o finiva nei guai. E qui sta la fortuna di essere un calciatore conosciuto e ammirato: gli è stata data l'opportunità di smetterla, evitando di chiuderlo da qualche parte a rimuginare sulle proprie fesserie. Brozovic, allora, ha recuperato lucidità e capito di aver esagerato: ha chiesto scusa a medici, infermieri pazienti, carabinieri e se l'è cavata con una brutta figura.

Gli basterà rimediare con un figurone nell'ultima di campionato contro l'Atalanta? Probabilmente no, il senso civico fa gol in altro modo. Ma queste deviazioni di fine stagione non sono un buon segnale per il futuro: escono troppi racconti, che l'Inter voglia venderlo è possibile, ma così il prezzo si abbassa. Direte che i calciatori ci hanno abituati ad esagerare. L'Inter, nel corso degli anni, ha fatto esperienza. In tempi recenti pensate ai dubbi sulle scappatelle di Vieri, ai diversivi di Balotelli, che Mancini acchiappava, alla mattina, mettendogli la testa sotto l'acqua gelida, agli incidenti stradali di Maicon che non ci andava leggero con la bottiglia.

Ronaldo, il fenomeno, nelle notti milanesi veniva pescato ad orinare, insieme a Martins, in qualche angolo di strada. Nainggolan ha fatto disperare per amor di bicchiere, Adriano si è rovinato una carriera con stravizi. Ma questa per i giocatori, non solo di Milano, è l'ordinaria amministrazione.

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