Dall'emozione di aver rivisto Del Piero nello stadio che 18 anni fa mandò lui e la Nazionale di Lippi a Berlino per prendersi la Coppa a quella di un debutto vincente da capodelegazione azzurro. Gigi Buffon si commuove quando «in Germania i bimbi mi salutano e mi riconoscono». E il giorno dopo l'Albania segue da una finestra degli spogliatoi dell'Hemberg-Stadion l'allenamento post gara. Spalletti lo apre al pubblico facendo disputare la partitella con gli Under 17 del Borussia a chi non ha giocato o è subentrato nella sfida di Dortmund (per i titolari solo scarico in palestra). Poi pomeriggio di riposo ai giocatori: mezza squadra, lo staff e Spalletti a cena a Casa Azzurri con il presidente Gravina, altri in giro con i familiari arrivati in Germania. Rientro per tutti a mezzanotte.
Buffon premia i vincitori del concorso indetto dall'Ambasciata italiana in collaborazione con la Figc e si cala alla grande nel suo nuovo ruolo: «Guardo il bicchiere mezzo pieno. Con l'Albania in 15' abbiamo rimediato a una situazione difficile. La vittoria (la numero 100 dell'Italia agli Europei, ndr) è frutto dell'equilibrio e della consapevolezza che questo gruppo ha acquisito, tra due anni sarà al top, ma già ora possiamo giocarcela».
Poi i complimenti a Donnarumma: «La parata al 90'? In nazionale ne ha già fatte tante, anche più difficili».
E infine sulla Spagna, secondo ostacolo nel nostro girone giovedì a Gelsenkirchen: «Nell'Europeo del 2016 abbiamo fatto loro uno scherzetto (2-0 a Parigi negli ottavi con reti di Chiellini e Pellè, ndr), ma era a fine ciclo, questa invece è una squadra forte e tosta». Totti a Betsson Sport ha elogiato Scamacca («è un bravo attaccante, è una bestia fisicamente») oltre a parlare di Chiesa e Barella: «Sarebbero stati perfetti nella rosa del Mondiale del 2006».
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