Una giornata di contestazioni e violenza a Genova. All'ottavo minuto del secondo tempo Genoa-Siena è stata sospesa per 45 minuti dopo il lancio di alcuni fumogeni in campo. La squadra di casa stava perdendo 4-0 quando gli ultrà rossoblu hanno iniziato a contestare la squadra. Alcuni ultras si sono seduti a cavalcioni della balaustra e hanno lanciato petardi e fumogeni. A quel punto l'arbitro Tagliavento ha deciso la sospensione dell'incontro. Il capitano del Genoa Marco Rossi ha dunque iniziato un colloquio-trattativa con i rappresentati degli ultras che hanno chiesto al giocatore di far togliere alla squadra le maglie.
I giocatori sono stati così costretti a spogliarsi in campo, con il consenso del presidente Enrico Preziosi, mentre le forze dell'ordine chiedevano di non cedere. Giandomenico Mesto ha avuto una crisi di pianto, mentre Sculli si è rifiutato di togliersi la maglia ed è andato a parlare con i tifosi. La partita è sospesa. "Spero a questo punto che ci venga squalificato il campo ed andremo così a giocare fuori in maniera più serena", ha detto poi Preziosi, "Non si può compromettere in questo modo l’esito di un campionato e non va bene nemmeno nei confronti di quei tifosi che vanno allo stadio in maniera serena per vedersi la partita. I tifosi devono capire che i loro comportamenti possono incidere sul campionato. Potevamo prendere una penalizzazione se non si fosse terminata la partita e la nostra classifica non ce lo permette".
Il presidente del Genoa ha accusato: "Vorrei chiedere allo Stato come mai solo 10 poliziotti di fronte a questa massa di persone che hanno il sopravvento e che hanno imposto a noi dei comportamenti anti-sportivi".
In particolare, secondo Preziosi "dispiace che 60, 100 persone hanno l’impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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