Calcio a tutta birra? L'emiro dice no

Ma la "bionda" è sponsor. Cresce il caos: la Germania arriva con l'aereo dedicato all'inclusione

Calcio a tutta birra? L'emiro dice no

Una discordia mondiale. Il torneo iridato non è ancora iniziato, ma per il Qatar i problemi continuano a fioccare di pari passo con il countdown. Non soltanto temi delicati come le gravi mancanze sui diritti umani e i lavoratori migranti deceduti, ma anche il caso legato al consumo di birra che a ogni latitudine caratterizza l'evento sportivo per eccellenza. Una rivelazione del New York Times ha mostrato come Jassim bin Hamad bin Khalifa al-Thani, membro della famiglia reale in quanto fratello dell'emiro, stia facendo pressing sugli organizzatori per spostare i punti vendita della birra, con l'intento di nasconderli e limitarli. Questo crea problemi vistosi alla Fifa, che ha un accordo commerciale esclusivo con Budweiser, la cui reazione non si è fatta attendere: «L'abbiamo scoperto appena una settimana prima dell'inizio del torneo, ci è stato detto che la richiesta non era negoziabile». Come spiegarlo agli amanti delle pinte, provenienti soprattutto da Inghilterra, Olanda, Danimarca e Germania? Non è finita, perché con l'intento di scoraggiarne il consumo il prezzo di una birra si aggirerà sui 14 euro, il consumo sarà vietato ai minori di 21 anni e addirittura «è stato fissato un limite di quattro pinte a testa». Di solito in Qatar gli unici autorizzati a vendere alcolici sono (alcuni, non tutti) ristoranti e alberghi, ma per il Mondiale faranno eccezione le fan zone e alcune aree dedicate, che la famiglia reale ora vorrebbe quasi eliminare. L'ennesima grana in più per la Fifa, ristorata però da Budweiser con una licenza di vendita esclusiva da 75 milioni di euro.

Se ne parlerà ancora, soprattutto quando il tasso alcolemico inizierà a impennarsi, ma continuano anche i gesti simbolici sui temi più delicati che hanno caratterizzato l'avvicinamento al torneo. Gli Stati Uniti hanno diffuso un nuovo logo della Nazionale fatto ad hoc con la bandiera arcobaleno, oltre a tappezzare il centro sportivo dove soggiorneranno nelle prossime settimane, mentre la Germania è arrivata a Doha su un aereo Lufthansa che celebra inclusione e tolleranza con la scritta «la diversità vince» a caratteri cubitali. Va molto meno bene con le maglie ideate da Adidas per l'occasione, ma che non stanno portando alle vendite sperate come svelato dalla Bild. Troppo freddo per indossare le maniche corte, per di più non ci saranno i maxischermi in piazza e nemmeno quel coinvolgimento tipico da notti magiche in piena estate. Il clima in Qatar è tutt'altro che sereno, come dimostra anche l'aggressione degli ufficiali di sicurezza ai danni di una troupe dell'emittente danese, TV2, il cui giornalista è stato minacciato e la telecamera danneggiata a causa delle riprese effettuate in un luogo pubblico, ma non autorizzato. Nessun gesto eclatante fin qui da parte di chi scenderà in campo. Anzi, il c.t.

dell'Iran Carlos Queiroz a un cronista del Telegraph che gli chiedeva un parere sulla repressione verso le donne attuata da Teheran ha replicato: «Quanto mi paghi per rispondere a questa domanda? Pensa a quello che è successo nel tuo Paese con gli immigrati». Poi è andato via stizzito.

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