Ci hanno preso gusto: i giallorossi incoronano un re di Roma ogni anno

In principio fu Romolo, adesso è Romelu. Arriva dopo Mourinho nel 2021 e Dybala nel 2022

Ci hanno preso gusto: i giallorossi incoronano un re di Roma ogni anno
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Basta crederci e soprattutto non guardare la classifica. Le due romane mettono assieme un solo punticino in quattro partite, la Lazio è ancora al palo ed è già in ansia, il popolo giallorosso invece, a dispetto dei numeri, può già sognare. Mezza città in delirio ha spinto settemila tifosi ai cancelli di Ciampino per portare in trionfo l'ennesimo ottavo re di Roma. Quanti ne abbiamo visti dopo Tarquinio il Superbo, è impossibile tenere il conto: Claudio Villa e Antonello Venditti, Alberto Sordi e Gigi Proietti, per non parlare di Falcao e Totti, fino a Mourinho e Dybala, i più recenti. Ma da oggi lo scettro partito da Romolo approda a Romelu. Ovvero Lukaku, il botto finale del calciomercato, il traditore interista che dopo aver bussato alle porte di mezza Europa ha trovato finalmente un nuovo popolo pronto ad osannarlo. Il bomberone belga ha anche le physique du role per interpretare il personaggio: un metro e novantuno centimetri e 95 chili da sbattere in faccia a tutti i portieri d'Italia. E poi il bagaglio appresso con cui è sbarcato all'aeroporto sull'Appia: 355 gol tra club e nazionale in 14 anni di carriera che i seguaci della Lupa adesso sperano di arrotondare abbondantemente.

Un delirio inevitabile quello che ha accompagnato il volo del belga verso la capitale, un filmone da Cinecittà, a partire dal jet pilotato personalmente dal presidente giallorosso Dan Friedkin, come se Dino Viola avesse dato un passaggio a Falcao da Porto Alegre a Fiumicino Un delirio collettivo per il volo più seguito al mondo ieri su Flight tracker, il sito che mappa in tempo reale il traffico aereo del globo. Un volo monitorato maniacalmente persino da qualche quotidiano sportivo on line per dirci che «l'aereo di Friedkin ha lasciato la Francia ed è entrato in Svizzera», oppure che «sta sorvolando Bologna».

A Ciampino il nuovo idolo giallorosso è scomparso tra le nuvole dei fumogeni ed è riapparso in un murales vicino al Colosseo, accompagnato dai sogni di chi lo vede già dove non c'è riuscita la Juve e soprattutto l'Inter, ovvero a fianco di Paulo Dybala. Già, per un anno, perché nessuno vuol pensare in questo momento che in fondo si tratta di un prestito stagionale, di un giocatore che esce da un'estate da dimenticare, tra proclami e rinnegamenti, ma soprattutto da due anni in fase calante. Ma Roma giustamente ha anche un motivo in più per esaltarsi: la soddisfazione di avere strappato un idolo a Milano. Perché la storia è piena di colpi come questo, da Nyers a Nordahl, da Schiaffino ad Angelillo, da Peirò a Prati, quanti monumenti milanesi hanno vissuto un finale in giallorosso: qualcuno è stato un flop, come Jair, qualcun altro ci ha vinto anche uno scudetto, come Maldera o Prohaska, qualcuno ha regalato il non-gol più famoso della storia (Turone).

Lukaku adesso può essere l'uomo della rivalsa sul campo, come Mourinho lo è in panchina, dove può imitare altri santoni venuti da Milano, da Helenio Herrera a Liedholm e Capello, guarda caso i condottieri degli ultimi due scudetti. Lukaku dopo Dybala e dopo Mou: con un re all'anno Roma vuol tornare capitale.

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