Incidente stradale per la campionessa di ciclismo Letizia Paternoster. L'azzurra era in sella alla sua city-bike quando, impegnata a pedalare in una rotatoria ad Arco (Trento), è stata travolta da un'auto. A causa dell'impatto la giovane è sbattuta violentemente sull'asfalto. Trasportata all'ospedale in codice rosso, le sue condizioni non sono gravi, ma ha riportato una microfrattura alla mano e danni al volto. Come scrive il quotidiano L'Adige, il conducente della vettura ha raccontato ai vigili urbani di non avere visto l'azzurra. Un'incidente che rilancia nuovamente la questione sicurezza per i ciclisti, due anni dopo la morte di Michele Scarponi.
Un incidente stradale, l'ennesimo a coinvolgere un ciclista. Questa volta è successo a Letizia Paternoster, campionessa italiana di ciclismo su pista e su strada. Venerdì mattina la giovane, 20 anni, aveva imboccato una rotonda con la sua city-bike ad Arco, in provincia di Trento, quando è stata investita da un'automobile che si era immessa nel frattempo, secondo una prima ricostruzione dei vigili urbani, da via Fornaci.
Paternoster è stata sbalzata dalla sella, non riuscendo ad evitare l'impatto violento sull'asfalto. Sul posto è intervenuta l'ambulanza che ha immobilizzato la giovane prima di condurla all'ospedale di Arco. La campionessa ha rimediato una microfrattura allo scafoide e un colpo al viso: le sue condizioni non sono preoccupanti. La prognosi è di 30 giorni.
L'automobilista: "Non l'avevo vista"
L'automobilista che ha travolto Paternonster è un uomo residente a Ballino. Sentito dalla polizia locale dell'Alto Garda e Ledro, ha detto di non essersi accorto della presenza della bicicletta all'interno della rotonda perché coperta dal montante del parabrezza. Una giustificazione in via di accertamento da parte dei vigili. Intanto, siccome la prognosi è inferiore ai 40 giorni, non scatterà la denuncia per lesioni a carico dell'automobilista.
Il precedente: la morte di Michele Scarponi
Resta il problema della sicurezza dei ciclisti, esploso nel 2017 con la morte di Michele Scarponi. Scalatore del team Astana, vincitore del Giro d'Italia 2011, Scarponi era stato investito a Filottrano, la sua città natale, da un camioncino che non aveva rispettato lo stop. Quel tragico incidente, avvenuto durante una normale sessione di allenamento, aveva spinto il fratello di Scarponi, Marco, a dar vita alla Fondazione Michele Scarponi Onlus, che crea e finanzia progetti finalizzati all'educazione al corretto comportamento stradale.
La denuncia del prof Alessandro De Marchi
Negli ultimi due anni sono state messe in pratica molte iniziative nella direzione di aumentare la sicurezza di chi pedala, ma il problema resta. Secondo il rapporto Istat 2017 "incidenti stradali", in Italia ogni 35 ore muore un ciclista.
Di recente, era stato il ciclista professionista Alessandro De Marchi a denunciare su Instagram che "Un'auto mi ha quasi ammazzato". A testimonianza di come si debba ancora fare molto per ridurre l'incidenza di un fenomeno, quello dei ciclisti uccisi, che purtroppo non smette di mietere vittime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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