È come se Verona-Inter fosse una formalità, una partita già vinta o che non conta. La striscia delle 6 vittorie consecutive vale più dell'eliminazione prematura in Europa e consente a Conte di chiedere rinforzi per la seconda parte di stagione. «Nel periodo natalizio faremo delle valutazioni. Ma non è importante la mia, quanto quella che dovrà fare il club dopo 4 mesi di lavoro. È giusto dare un seguito al meeting di agosto, sedersi e capire che tipo di soluzioni abbiamo in mente di affrontare e se le vogliamo affrontare».
Il sasso è lanciato e fa rumore. Secondo in classifica a un punto dal Milan, ma da tutti considerato più forte e quindi già capolista virtuale, Conte non si accontenta e rilancia. Rende volutamente pubblico il suo pensiero: o compriamo quel che ci manca oppure nessuno si lamenti se poi non vinceremo lo scudetto. Non dice quel che gli manca, ma si sa: vuole un centrocampista e un attaccante.
Eppure, Conte conosce bene qual è la posizione della società. Gliel'hanno spiegata ad agosto e ribadita strada facendo, soprattutto dopo che la squadra ha lasciato sul campo i milioni della Champions. L'Inter compra solo se vende. È stato così in estate, sarà così a gennaio. Certo, la rosa attuale è squilibrata e solo i miopi non lo vedevano in autunno, quando si celebrava l'ampiezza dell'organico (ora si dice profondità, mah). Un centrocampo tanto folto, perché nessuno aveva acquistato i giocatori in esubero (Eriksen e Nainggolan, ma anche Brozovic e Perisic sono stati offerti a mezza Europa). E un attacco ridotto ai minimi termini, con solo 2 giocatori veramente affidabili, più un giovane già ex promessa (Pinamonti) e un veterano (Sanchez) negli ultimi anni più infortunato che arruolabile (con 19 gol in 4 stagioni, Coppe comprese). «Non so se dipende dagli impegni che Alexis ha in Nazionale, però è vero che è spesso indisponibile», ammette Conte sconsolato, lui che pure in estate è stato il primo sponsor dell'operazione-riscatto (a costo zero solo in apparenza, visti i 21 milioni netti di ingaggio triennale).
Se non vende, l'Inter dovrà necessariamente puntare a qualche scambio. A Conte, Paredes non piace. Eppure il PSG più di altri sembra volersi accollare il costo di Eriksen, in prestito. Sul mercato tornerà anche Perisic, uno che da campione d'Europa e vice campione del mondo, potrebbe interessare più di altri. Improbabile ricavare liquidità da Nainggolan, ben che vada sarà mezzo ingaggio in meno. Conte direbbe subito sì a De Paul e soprattutto a Gomez, ma qui il prezzo lo fanno Udinese e Atalanta (e saranno dolori per chi non può spendere). Gennaio sarà lungo, il mercato apre il 4 ma c'è tempo fino al 1° febbraio e gli affari migliori di solito si fanno in fondo.
Prima, però, c'è la trasferta di Verona, che non
può essere sottovalutata, visto l'avversario. E se qualcosa andasse storto, il sasso lanciato da Conte diventerebbe un boomerang. Gioca l'Inter migliore, con la squadra ormai titolare e il rientro a tempo pieno di Vidal.
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