Contro la maledizione San Siro ultima chance per Leao

Ibra squalificato, spazio al giovane che si gioca la conferma. Il tecnico: "Testa bassa e pedalare"

Contro la maledizione San Siro ultima chance per Leao

Milano. «Ho visto una squadra preoccupata». Stefano Pioli non è il tipo da raccontare fiabe né si perde nei luoghi comuni del calcio italiano innamorato di certe frasi tipo dobbiamo giocare tutte finali. No. Lui capisce che qui il gioco si fa duro, manca Ibra (il grande protettore), Leao si gioca una bella fetta di credito futuro e il Milan ha bisogno del posto in Champions per non bruciare tutto quel che di bello e di promettente ha realizzato nel girone d'andata e allora tira fuori, a sorpresa, questa fotografia di Milanello. «Se sei preoccupato allora puoi sperare di fare bene in partita, ho visto una squadra preoccupata. E qui siamo tutti sotto esame» spiega meglio il concetto iniziale che tiene conto dei clamorosi ritardi da colmare. Da troppo tempo (9 febbraio, successo domestico sul Crotone), il Milan non vince a San Siro scavando così un fossato pericoloso tra rendimento interno e quello esterno. Non solo. Ma l'ultima volta che si presentò a San Siro il Genoa (allenato da Davide Nicola), nel marzo del 2020, poco più di un anno fa, fu una dolorosa sconfitta, seguito traumatico dell'addio del divorzio da Boban adesso approdato con legittima soddisfazione personale nella cabina di regia dell'Uefa.

Allora c'era un Milan ancora spaesato e alla ricerca dell'identità ritrovata oltre che della fiducia piena nella figura del suo tecnico che adesso si preoccupa solo e soltanto del presente. «È troppo importante finire nei primi 4» ripete quando le domande dei cronisti lo riportano, inevitabilmente, sul fronte dei rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu che languono nel cassetto dei rispettivi agenti. «Per fortuna c'è una società alle spalle, mi rifaccio alle parole di Maldini» spiega Pioli consapevole anche lui che il gelido intervento dell'ex capitano sul tema è fin qui l'unica novità in materia. Parte della preoccupazione si riferisce forse anche alla lunga lista dei diffidati (6 in totale e tra questi 4 titolari di oggi: Calhanoglu, Hernandez, Rebic e Saelemaekers), o alla discussa espulsione di Ibra a Parma. «Pensavo che senza pubblico sarebbe stato più facile dirigere le partite per gli arbitri e invece è stato proprio il contrario» l'analisi serena di Pioli che invita i suoi a restare lucidi. Senza Ibra, tocca a Leao (con Mandzukic pronto a subentrare) guadagnarsi la stima che va e viene come le sue esibizioni, un giorno promettenti, un giorno deludenti.

«Quest'anno ha fatto grandi miglioramenti» è il riconoscimento di Pioli che si sente sempre a metà della salita e perciò invita tutti ad avere «testa bassa e pedalare». Perché qualche altro passo falso può risultare a questo punto un altro pugno nello stomaco. Come quello di un anno fa.

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