Domani in pedana e... Oro o mai più. La scherma azzurra è una corazzata, lo sanno tutti. La miglior cassaforte per conservare e aggiungere medaglie di valore. Dici oro e pensi scherma. E quando l'oro scappa, ecco che la campagna di conquista pare una toppata. Appunto come accaduto a Tokyo 2021, dove le medaglie sono arrivate ma il prezioso metallo no. Ingrato compito, eppure ragazzi e ragazze della scherma ormai ci sono abituati. Il medagliere olimpico non mente: 130 podi, 49 ori e sei atleti/e nei primi 10 plurimedagliati.
Stavolta Parigi chiama. Chiama l'oro. Il mondo scherma è pronto a rispondere. Qualcuno ne parla come un dovere (si parla di oro olimpico non quisquiglie), altri come un piacere della sfida. Però tutti insieme appassionatamente ci credono, ci provano. Pronostici realistici accreditano uomini e donne del fioretto: Tommaso Marini, marchigiano generazione campioni, ha fatto intendere la qualità del talento unito alla estemporaneità, personalità del predestinato, vizi e vezzi del fuoriquota. Campione del mondo l'anno passato a Milano, qui non avrà vita facile. Perfino i francesi lo vedono d'oro, pur avendo in Lefort un serio indiziato al titolo. Nella scherma le macchine giudicano il punto, ogni tanto la giuria ci mette il naso: ecco, bisogna sempre intendersi. E con lui i compagni di ventura, ma pure le ragazze che hanno in Alice Volpi la campionessa del mondo, in Arianna Errigo la plurititolata e in Martina Favaretto la nouvelle vague, che si divide fra studi in giurisprudenza e fioretto in pedana. Mettete insieme squadra maschile e femminile e ne avrete il meglio per far tesoro. Fra l'altro, nel fioretto rosa, tien botta il caso di Ysaora Thibus, campionessa francese finita in un caso di doping che la Wada continua a perseguire chiedendo una punizione di 4 anni, nonostante l'assoluzione della federazione internazionale. Gareggerà sub iudice.
La scherma partirà domani con spada individuale femminile e sciabola individuale maschile. Per le ragazze di cappa e spada sarà un inseguimento ancor più pesante perché mai l'Italia in rosa ha conquistato un oro, nonostante titoli mondiali individuali e a squadre. Alberta Santuccio ci spera tanto. Non a caso ha fatto sapere di voler presentarsi, con un collare d'oro, all'altare dove sposerà Francesco.
Ed anche le ragazze della sciabola vorranno sortire dalla maledizione che, finora, non ha portato nemmeno una medaglia in assolutoGli sciabolatori apriranno la strada. Luca Curatoli, argento a Tokyo, lo ha promesso: «Sogniamo in grande, nell'individuale e a squadre. Sognare è un obbligo». Vincere una speranza.
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