Un razzo terra terra: nel senso che sfiora il suolo e fatichi a intercettarlo. Il razzo è belga: Wout Van Aert, che si aggiudica la crono a 51.5 km/h di media. Alle spalle di quello che sarà anche il favorito di Tokyo - sia per la prova in linea che in quella a crono - il danese Asgreen, staccato di soli 21 e il connazionale Vingegaard, che di secondi ne concede 32. Bene il nostro Mattia Cattaneo, che chiude con il 6° tempo a 49 dal vincitore, mentre il trionfatore Pogacar fa registrare l'8° tempo.
Se oggi si chiude il Tour con la passerella finale sui Campi Elisi di Parigi, non si attenuano le polemiche di doping chimico e meccanico attorno alla Grande Boucle. Dietro al blitz della Gendarmerie nell'hotel del Team Bahrain avvenuto mercoledì sera, ci sarebbero tre corridori coperti da anonimato che avrebbero denunciato fatti strani. Tutelato dall'anonimato - racconta il quotidiano svizzero Le Temps, uno di questi avrebbe parlato di «strani rumori metallici» provenire dalle ruote posteriori di quattro squadre, tra queste il Team Bahrain. «È un rumore metallico, come una catena mal regolata. Non si tratta più di un motore nelle bielle o di un sistema elettromagnetico nei cerchioni», ha spiegato al quotidiano elvetico una gola profonda.
Sotto la lente delle autorità, sono finite anche alcune bevande. Lattine che diversi ciclisti ricevono nelle fasi conclusive delle tappe.
«Chi l'ha fatto ci ha detto che non sapeva cosa stava bevendo», hanno spiegato. I sospetti cadono sui già famosi chetoni (bruciano i grassi per produrre energia) e gli idrogel di Maurten (permettono una maggiore conduzione degli zuccheri): è da tempo che sono sulla bocca di tutti.
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