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La Dea alla Scala del calcio è sempre più come il Leicester

L'Atalanta «debutta» a San Siro in Champions: è terza in campionato e copia il club inglese, rinato in Premier

La Dea alla Scala del calcio è sempre più come il Leicester

Lontano ormai lo 0-4 di Zagabria, seguito da un pareggio e due vittorie consecutive in campionato con otto gol segnati e tre subiti, l'Atalanta cerca di risalire in Champions League e per farlo, piena di atleti com'è, non prende l'ascensore ma la scala. La Scala, per la precisione. Quella del calcio, il Meazza di Milano, che deve oltretutto ripulirsi dalle scorie della partita del Milan di neanche quarantotto ore prima.

Atalanta-Shakhtar è già decisiva, proprio per via della sconfitta iniziale di entrambe, e la Dea ci arriva da terza in classifica, alle spalle di due inarrivabili come Inter e Juventus. Stessa situazione, curiosamente, del Leicester City, che in Premier League è ottimo terzo e anni fa diede vita ad un interessante percorso europeo, vincendo il proprio girone ed eliminando il Siviglia negli ottavi di finale, prima di uscire ai quarti contro l'Atlético Madrid (0-1 fuori casa, 1-1 in casa).

Certo, la grande, immensa differenza è che quella edizione dei Foxes, guidata da Claudio Ranieri che venne però esonerato il 23 febbraio 2017, dopo la sconfitta per 2-1 a Siviglia, era arrivata in Champions League da campione d'Inghilterra e dunque aveva creato una storia indimenticabile a livello assoluto, planetario, mentre l'Atalanta ha costruito qualcosa di grandioso ma senza la certificazione di un trofeo, data anche la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio.

San Siro e il Meazza sono l'occasione per riprendere il percorso macchiato dalla brutta sconfitta di Zagabria e dare un senso alla Champions League per non lasciare che questi anni di splendore siano un fatto isolato. Paragone per paragone, quel Leicester City che se la cavò bene contro l'Atlético in Europa non ci è più tornato mentre l'Atalanta è alla terza esperienza consecutiva e cerca di dare continuità alla presenza, a crescere poco alla volta, al netto di ostacoli anche imprevedibili come fu tredici mesi fa il Copenhagen all'ultimo turno preliminare di Europa League, 0-0 in casa e in trasferta ma il 3-4 ai rigori con errori di Andreas Cornelius (decisivo) e del Papu Gomez, ampiamente rifattosi nei mesi successivi.

E così, mentre l'Atalanta riprende il cammino europeo, il gemello Leicester City, che l'ha battuta 2-1 in precampionato, corre come un treno seguendo gli ottimi insegnamenti di Brendan Rodgers. Che non è come Gian Piero Gasperini perché nella sua precedente esperienza in un grande club (il Liverpool) durò tre anni e mezzo e nel 2013-14 sfiorò la vittoria del titolo, ma che come il tecnico piemontese ha una sua idea di calcio che nasce da costante applicazione ed allenamento.

E infatti i Foxes attuali non sono un

caso: i più attenti lo avevano previsto già in estate, quando Rodgers annunciò di avere capito i disagi tattici che avevano imbrigliato Jamie Vardy. Capito e corretto, la crescita come metodo e fine, un po' come l'Atalanta.

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