La Dea torna padrona a casa sua e respinge il Bologna

Decidono Retegui e Pasalic. Gasp: "Obiettivo 70 punti". Italiano: "Noi troppo distratti"

La Dea torna padrona a casa sua e respinge il Bologna
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Si dice che la Champions sia una questione di dettagli, di sicuro ci sono tante sfumature anche per arrivarci. Finisce insomma che l'Atalanta ritrova se stessa (e la vittoria finalmente in casa nel 2025), mentre il Bologna resta al palo, che poi è l'unica occasione su tiro di Ndoye di una partita giocata al massimo delle possibilità, visto il numero di infortunati ed acciaccati. Anche se, in effetti, qualcosa in più ci si poteva aspettare dalla squadra più in forma del campionato.

Il 2-0 finale arriva appunto dai dettagli che indirizzano la sfida in 21 minuti: il gol di Retegui - che dopo 3 minuti si infila tra i difensori avversari sul primo palo per incassare il cross di un Bellanova stile Beep Beep - e poi il suo gioco di prestigio con Lucumì e tutto il Bologna fermi ad aspettare una decisione dell'arbitro e Pasalic solo in area a raccogliere un passaggio che non si può sbagliare. «Cose così non esistono, bisogna stare attenti», dirà poi Vincenzo Italiano.

L'Atalanta dunque ha vinto con merito e come una volta, riguadagnando il terzo posto in classifica davanti alla Juve. L'unico vero problema della giornata rimane l'infortunio di Kolasinac, a cui si gira il ginocchio mentre ferma per l'ennesima volta in ininfluente Orsolini (sostituito all'intervallo): paura all'inizio per i legamenti, però poi sarà solo una distorsione. Molte bene, invece, la prestazione di Retegui, «probabilmente la migliore di sempre» dice il Gasp. Ed in effetti la differenza l'ha fatta proprio lui, con il gol, con l'assist magico e rincorrendo ogni pallone con una rabbia quasi inedita. «La verità comunque è che io non ho mai visto la squadra giocare male - afferma poi ancora il tecnico nerazzurro -: abbiamo perso contro Fiorentina e Lazio, però abbiamo battuto Bologna e Juventus. Dopo tante partite, in fondo, siamo ancora davanti alle altre».

Lotta dura senza paura allora, anche perché alla fine i tecnici sono soddisfatti entrambi: «Secondo me il traguardo è a 70 punti, sono ottimista» afferma Gasp; «siamo sempre rimasti in partita e non mi piango addosso per chi non c'era: ripartiremo, come fanno le grandi

squadre» risponde Italiano. E il riassunto di tutto lo fa il capitano nerazzurro de Roon: «I tifosi hanno scritto sullo striscione che la maglia va sudata: lo abbiamo sempre fatto». Anche questo può essere un dettaglio vincente.

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