Li ha lasciati tutti di sasso, sui pedali, come impietriti a vedere una divinità che divora asfalto e storia, in un anfiteatro naturale di rara bellezza. Demare è l'uomo che non vedi ma che ti aspetti, difatti compare quando ormai pensi che sia disperso. È davvero una divinità Arnaud, che non si sacrifica, ma porta sull'altare di Matera, la città dei sassi, tutto il resto del gruppo che non può far nulla davanti a cotanta bellezza, se non contemplarla.
Il campione di Francia fa bis sulle strade del Giro e con lui gli stranieri pareggiano il conto con noi italiani: ora siamo 3 a 3 (due con Ganna, una con Ulissi, ndr). Non male per questa piccola Italia che prova a cambiare passo, che è intenta a compiere un cambio generazionale e, con Filippo da Vignone, il suo Top di Ganna, è ben avviata ad un nuovo Rinascimento.
Intanto godiamoci anche i nostri vecchietti, come Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo che sono lì, in rampa di lancio. Lo Squalo scalpita, e si vede. Anche ieri ha provato il colpo: un po' per provarci, tanto per testarsi senza però intestardirsi. Va alla ricerca di conferme il siciliano, che pensa già a quello che lo aspetterà domenica: a Roccaraso. Ieri il siciliano ha provato un colpo basso, quando scatta poco dopo l'ultimo chilometro; una rasoiata che ha costretto Sagan e Matthews ad anticipare l'azione, quindi ad inseguire, e probabilmente a pagare lo sforzo con tanti ringraziamenti da parte di Demare. «Ho visto il gruppo allungato e, d'istinto, ho dato una menata in testa ha spiegato Nibali a caldo -. È stato un gesto d'impulso, difficile aspettarsi un finale diverso da quello che è stato».
Pronti, via e parte la fuga giusta. Sono in quattro: gli italiani Mattia Bais (Androni Giocattoli-Sidermec), Filippo Zana (Bardiani CSF-Faizanè), Marco Frapporti (Vini Zabù Brado) e l'australiano James Whelan (EF Pro Cycling), che sarà l'ultimo ad arrendersi, quando sarà ripreso a 13 km dal traguardo. Poi il finale, elettrico ed elettrizzante, prima dello sprint.
Nibali si muove e nella rete ci finiscono due pesci grossi, lo slovacco e l'australiano, mentre il transalpino con il tricolore sulle spalle, sbuca d'improvviso negli ultimi 300 metri e vince per distacco la sesta tappa del Giro d'Italia, da Castrovillari a Matera, di 188 km con almeno quattro bici di vantaggio su tutti. Seconda affermazione in questa corsa rosa per il francese della Groupama Fdj, che si era aggiudicato anche la quarta frazione con arrivo a Villafranca Tirrena.
Secondo l'australiano Michael Matthews (Team Sunweb), terzo l'italiano Fabio Felline (Astana). Nessun distacco tra i leader di classifica, con il giovane Joao Almeida, in maglia rosa per il quarto giorno consecutivo. Oggi spazio ai velocisti: Viviani batti un colpo.
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