Tutti si aspettavano una volata e così è stato, ben servita con tanto di verdetto al fotofinish sul lungomare di Scalea che ha visto trionfare per la seconda volta consecutiva il transalpino Arnaud Demare. Sono stati 192 km corsi a ritmo blando, al limite dello sbadiglio, contraddistinti da una fuga solitaria, di un tenerario Diego Rosa che è stato in avanscoperta per 141 km, in attesa dello sprint finale. Andatura che ha forse permesso al gruppo di risparmiare un po' di energia in vista dei prossimi giorni che si prospettano essere molto impegnativi, ad incominciare da oggi (7ª tappa: Diamante-Potenza, di 196 km, senza un metro di pianura), con una frazione non da sottovalutare e che è un invito per gli attaccanti.
A Scalea è stata lotta vera tra i velocisti che nulla hanno potuto fare di fronte all'ottima condizione di forma di Demare che diventa il corridore francese della storia a vincere il maggior numero di tappe al Giro d'Italia (sette). Nessun cambiamento invece nella classifica generale dove Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo) mantiene la maglia rosa.
Il 30enne Arnaud Demare, vincitore anche di una Sanremo, di una Parigi-Tours e una Parigi-Bruxelles, oltre a due tappe al Tour viene da Beauvais, 90 km a nord di Parigi, dove atterrano i voli low-cost diretti alla capitale.
«Ho vinto grazie ad una grandissima squadra, ma soprattutto grazie a Jacopo Guarnieri, il mio ultimo uomo, un pesce pilota bravissimo. Per me il più bravo di tutti!». Quel Guarnieri impegnato nella difesa dei diritti con il braccialetto arcobaleno del movimento Lgbt+. Per noi italiani, un clap clap che ci fa sentire almeno utili.
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