Una gara folle soprattutto nel secondo tempo con un gol dell'ex (Saelemaekers, salito a 4 centri come con Motta nella passa stagione, che non esulta e chiede scusa ai tifosi emiliani), l'immediata rimonta felsinea costruita in 4 minuti (Dallinga e Ferguson dal dischetto) e la beffa per la truppa di Italiano all'ottavo minuto di recupero con il rigore trasformato da Dovbyk e assegnato dal Var per il tocco di mano di Lucumi, disperato a fine match.
La Roma continua il suo digiuno di vittorie in trasferta (dura da otto mesi e mezzo) ma dopo un buon primo tempo e il vantaggio ottenuto ma rimontato in pochi minuti evita poi all'ultimo tuffo un ko che sarebbe stato doloroso. E Ranieri alla fine rivela un particolare su chi doveva battere il rigore decisivo: «Ho gridato Artem (Dovbyk, ndr) perchè volevo che lo tirasse lui, visto che la palla l'aveva presa Zalewski. Non essendoci più in campo gli altri rigoristi Paredes e Dybala, toccava al nostro centravanti».
Il Bologna paga il poco coraggio dei primi 45 minuti quando rischia già di andare sotto (Skorupski sventa le conclusioni di Paredes e Dovbyk, Dybala spara alto di destro) e l'aver dilapidato la rimonta. «Alla fine conta portare la pagnotta a casa, il rammarico è che potevamo gestire molto meglio quei due-tre palloni nei minuti di recupero», l'analisi di Italiano che mercoledì dovrà recuperare la sfida in casa dell'Inter e rischia di allontanarsi ancora dalla zona Champions.
Le ripartenze continuano a essere uno dei talloni d'Achille della Roma - vedi gol di Dallinga, il primo in A dell'olandese, il settimo subìto in contropiede dai giallorossi in stagione -, il dischetto premia
prima il Ferguson tornato a fare il centrocampista («l'ho fatto già in Scozia per 5 anni) e a segno dopo 288 giorni e il brutto infortunio, poi il glaciale Dovbyk, che in trasferta non faceva centro dal 3 novembre scorso.
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