''Questo Covid insieme a un'anemia, si è scatenato per bene e mi ha mandato le gambe in cancrena, o eliminavo loro o eliminavo me...'' Mauro Bellugi, ex difensore dell'Inter e oggi noto opinionista televisivo, racconta così il suo dramma.
In campo è sempre stato sempre un combattente ed oggi si trova a duellare contro le avversità della vita. Cresciuto nelle giovanili dell'Inter con cui conquistò uno scudetto nell'annata 1970-71, Mauro Bellugi è stato un vero stopper, uno dei marcatori più arcigni del panorama calcistico italiano. Resta storico il suo unico gol in carrera segnato di destro, negli ottavi di Coppa dei Campioni contro il Borussia Moenchengladbach il 3 novembre 1971, nella partita vinta dall'Inter per 4-2, giocata due settimane dopo la famosa gara della lattina in Germania e annullata per la Coca-Cola lanciata dalle tribune sulla testa di Boninsegna.
Intorno alla seconda metà di novembre all'ex difensore nerazzurro, oggi presenza fissa come opinionista sul canale 7Gold, sono state amputate le gambe, dopo che qualche settimana prima era stato ricoverato a causa del Covid-19. Durante la degenza in ospedale, le sue condizioni di salute sono peggiorate per altre patologie e questo ha spinto i medici a operarlo di urgenza. Ha raccontato tutto in una videochiamata con il giornalista Luca Serafini, poi trascritta sul sito altropeniero.net, e subito dopo sono stati tantissimi i messaggi arrivati sui social (l'hashtag #bellugi è finito nelle tendenze Twitter). ''Non sto proprio bene, diciamo. È stata una cosa micidiale. Questo Covid insieme a un'anemia, si è scatenato per bene e mi ha mandato le gambe in cancrena. O eliminavo loro o eliminavo me. Però, ho moglie e una figlia. E allora ho eliminato loro. Sinceramente se fossi stato da solo, ci avrei pensato un po'...'' ha spiegato l'ex calciatore alternando momenti ironici a quelli di sconforto.
Continuando così il suo racconto: ''Il dolore è immenso, solo chi ha provato questa cosa può dirlo, commentarlo. È un dolore continuo, sempre. Sei sempre sotto morfina, è davvero durissima. Ci sono momenti nei quali non ce la fai. Le ferite ora vanno bene. Sto aspettando la riabilitazione. Sto facendo un po' di ginnastica con un fisioterapista. Vado avanti. Non posso fare altro. I momenti di sconforto ci sono, anche di pianto. Mi dispiace per la gamba destra. Ci tenevo più della sinistra''. La gamba destra quella del gol in Coppa Campioni, un ricordo ancora indelebile: ''Sì, ho segnato la mia unica rete, nel 1971 contro il Borussia Moenchengladbach''.
Nonostante tutto non ha alcuna voglia di mollare: ''Prenderò delle protesi, voglio battere il record di Pistorius. Certo, ci vuole coraggio ad andare avanti. Però, con le protesi con quei pochi passi potrò fare qualcosa, andare al ristorante, passeggiare. Mica devo fare altre rovesciate.
Ho dovuto smettere a calcio per problemi alle gambe, giocandomi il Mondiale di Spagna 1982. Adesso è accaduta questa cosa. Nella vita sono cose che possono capitare''. Di sicuro sarà ancora lì, pronto a difendere come sempre i colori nerazzurri.Segui già la nuova pagina Sport de IlGiornale.it?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.